Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

Cro11aca Libraria ( « quello della più grande Università italiana di provincia: Urbino e Perugia ») ha parlato con docenti illustri, come Carlo Bo, Guido Calogero, Arturo Carlo Jemolo, ha fatto parlare perfino qualche bidello, e solo chi non .ha mai messo piede in una Università ignora la funzione e il peso che questi egregi signori hanno nella vita quotidiana delle Uni versi tà; ha ficcato, in., somma, il suo occhio indiscreto dap-- pertutto, di ogni cosa riferendo senza meraviglia e senza inutili pudori, in una prosa sciolta e al tempo stesso pacata, che contribuisce a rendere piacevole e attraente la lettura del libro. Ovviamente il discorso di Sensini prende le mosse dalla situazione degli assistenti, i « Kamikaze dell'Università», come egli li chiama, giustamente condividendo le preoccupazioni, ormai dovunque diffuse, per il drenaggio che l'industria privata opera negli istituti universitari sottraendo alla carriera accademica e soprattutto alla ricerca scientifica i giovani migliori. Dinanzi a siffatte preoccupazioni il fattore economico assume un ruolo decisivo e va valutato non più come mero elemento di ·una astratta giustizia distributiva, ma come un test della capacità dello Stato di reggere alla concorrenza delJ'industria privata. Dall'assistentato alla libera docenza e dalla libera docenza all'incarico d'insegnamento; qui il Sensini nota l'assurdità dell'attuale situazione, nella quale « l'eccezione (l'incarico) prevale di gran lunga sulla regola, la cattedra a concorso ». Ragioni non mancano, da quelle economiche a quelle relative alla materiale possibilità di trovare in breve tempo i giovani capaci di far fronte al pur necessario moltiplicarsi dei posti di ruolo; sono ragioni che il Sensini diligentemente annota, anche se non si dimostra propenso -- e qui francamente dissentirei da lui, specie per la seconda - a prenderle troppo sul serio. Non si vuole certo negare che qualche « conservatore» trinceri le sue ostilità dietro siffatte ragioni, ma il problema esiste al di là di ogni etichetta di comodo e non può essere liquidato con epiteti bruschi. Eguali parole potrebbero essere adoperate anche per la questione, sempre allo studio, dei « professori ag- _Bibliotecaginobianco gregati », alla quale il Sensini, accenna solo di sfuggita, qualificandola « richiesta minima degli incaricati». In realtà il problema involge le stesse fondamentali strutture universitarie e non può essere valutato alla stregua di una qualsiasi rivendicazione di settore, fosse anche giusta. Molto ampio, intelligentemente documentato, è il capitolo dedicato al « concorso»; ma la conclusione ... manca. E non è questo un appunto che vuole rivolgersi al Sensini. In realtà, se è vero, come egli dice, che l'attuale sistema dei concorsi è ritenuto « 110n buono » dal novantanove per cento dei professori universitari, è anche vero - e risulta abbondantemente proprio dalle pagine di Sensini - che i motivi di dissenso, di critica, di ripTovazione sono i più diversi, quasi sempre contrastanti ed opposti, spesso isp•irati dalla conoscenza diretta di un solo settore e dalla ignoranza di quanto accade in altre Facoltà o in altre discipline. Si tratta di una realtà estremamente complessa e differenziata, mutevole non solo ratione materiae, ma anche nel tempo, che mal si lascia coartare in schemi o irrigidire in valutazioni. « È questo il prezzo dell'autonomia? » si domanda alla fine Sensini, lasciando che positivamente risponda per lui Luigi Volpicelli. Certo qualche correttivo può essere trovato, ma non è da credersi che la situazione possa capovolgersi miracolisticamente; né personalmente riterrei affaito migliori i sistemi esistenti all'estero ai quali l'a. fa seppure sommariamente riferimento. Probabilmente non si possono regolare fenomeni che affondano le loro radici nella natura umana con quello stesso illuministico atteggiamento con il quale l'uomo, obbediente all'antico comandamento, subjecit terram. Poi, finalmente, la vita del professore, dello straordinario, prima, « allegro, ma non troppo», dell'ordinario poi, per il quale tutto il dovere è nel suò senso del dovere. E qui il· Sensini si avvale della sua capacità di giornalista nel lasciar p·arlare i fatti e le persone, nell'analizzare situazioni e atteggiamenti, nel valutare prestigio e potere delle varie cariche universitarie, da quella di preside a quella di rettore, nel riferire aneddoti sulla lezione e su111 '

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