Nord e Sud - anno X - n. 41 - maggio 1963

, Problemi di un'area n1etropolitana La lettura dei programmi elettorali per le elezioni a1nministrative a Napoli è stata sempre una operazione penosa e i comizi fatti nella periferia hanno sempre fatto leva sulla mobilitazione dello scontento e sulle promesse mai mantenute. Se ciascuno si sentisse, quanto a responsabilità, forza di governo e, con una sana concezione della democrazia, operasse per rendere funzionali gli organismi rappresentativi della democrazia, invece di trasfor1narli in sedi di rissose ed inutili concioni, forse un passo avanti sarebbe fatto. Nella democrazia governa chi ha il potere per maggioranza, ma governa anche l'opposizione nella 1nisura in cui riesce ad interpretare ed a rappresentare non lo scontento, ma gli interessi, non la sfiducia, ma la volontà, non il pettegolezzo, ma le idee. Bisogna rompere una tradizione di soggezione e di diffidenza verso gli amministratori e questo è possibile soltanto operando sugli uomini. Una nuova struttura economica, una migliore condizione di vita devono accompagnarsi ad una conoscenza delle questioni, ad una consapevolezza delle cose e delle responsabilità. La soluzione dei problemi della periferia è, quindi, un fatto di democrazia, di autonomia funzionale, di assunzione di responsabilità. Non basta la solidarietà di quartiere o di gruppo per risolvere cose le cui proporzioni superano i limiti delle possibilità di ciascuno e nulla può sostituire la mancanza della democrazia quale elemento ordinatore della società napoletana ed educatore di una civica convivenza. Senza la democrazia tutto resta superficiale ed estraneo. Non si deve sollecitare la collera e bisogna combattere ogni elemento disgregatore. Non serve aprire una sezione di partito se in questa sezione non si realizza una politica che faccia del lavoratore, dell'assegnatario, del compratore, dell'inquilino, del contribuente e dell'utente un elemento, attivo della volontà di riscatto della collettività. È utile aumentare il numero dei propri associati, ma a nulla serve se questo non si accompagna al co11tatto con tutti i cittadini, sostituendo via via - per la propria opera - una unità organica ad un corpo amorfo ed eterogeneo. Solo così gli impeg11i elettorali potranno essere mantenuti. A fianco della orga11izzazione di quartiere occorre la pianificazione degli impegni pubblici per la realizzazione delle opere, per il comple- . tamento dei manufatti, per la loro ma11utenzione, per la proget~azione di nuove strutture. L'intervento pubblico dovrà consentire anche di creare complessi abitati omogenei, tenendo conto della composizione sociale, dell'età, della qualifica professionale, delle possibilità di lavoro e di istruzione delle nuove famiglie. In un ambiente democratico bisogna facilitare la creazione delle 103 Bibliotecaginobianco

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