Problemi dì un'area metropolitana permane uno squilibrio drammatico per le co11dizioni residenziali e la convivenza civile. Il disordine, la incuria, la insufficienza degli uomini, delle anuninistrazioni e la incapacità delle organizzazio-ni politiche dominano la scena anche in questa vicenda, mentre troppo spesso i sindacati operai da un lato e gli imprenditori dall'altro non vedono al di là del proprio interesse immediato e contingente, rinunciando ad intervenire per o,rganizzare la modifica delle condizio-ni ambientali adeguandole alle nuo·ve moderne esigenze della industria. Solo recentemente, ad iniziativa di un gruppo di industriali di Casavatore, è venuta fuori una iniziativa che va attentamente valutata ed apprezzata, quali che siano i li1niti che la ispirano. Essa, infatti, nasce da una esigenza di carattere parziale degli industriali che hanno bisogno di vedere realizzate opere di infrastruttura, ma si collega nel concreto del suo operare con la esigenza democratica dello sviluppo sociale ed umano di questi co1nuni. * * * Tornando alla periferia va subito messo in risalto· che dal 1925-27 quando fu realizzata la operazione della « Grande Napoli », fino, ad oggi, i « comuni aggregati », nulla guadagnando, hanno perduto• la autonomia e la possibilità di amministrarsi. Basti pensare al semplice fatto che in quasi 40 anni le amministrazioni che si sono succedute al governo della città non hanno trovato neppure il tempo- di aggiornare la topopomastica, per cui a Napoli abbiamo decine di Via Roma e di corso Vittorio Emanuele fino a raggiungere l'assurdo· che una lettera diretta alla periferia deve avere la precisa indicazione della sezione municipale per potere essere recapitata. Un'altra caratteristica di questa incuria sta nel fatto che non ci si è mai preoccupati di regolare la urbanistica di queste zone, dettando dei regolamenti provvisori o suggerendo degli indirizzi. Ed o-ggi noi abbiamo anche la periferia affogata nei casermoni e priva di giardini, di verde, di spazio. Nello stesso tempo si è proceduto anche alle costruzioni popolari e sovvenzionate, trascurando nella forma più solenne le esigenze della popolazione trasferita nelle nuove zo•ne residenziali, per cui si son.o eno,rmemente complicati i problemi dei trasporti, della scuola, del lavo1 ro ecc. Ai fini del nostro studio dobbiamo porci, a questo punto, la domanda: quale legame esiste tra lo sviluppo di nuove zone residenziali molto concentrate e la vecchia struttura economica? E poi ancora la domanda: in che modo questo ambiente popolare e popoloso si inserisce nelle nuove strutture economiche e sociali? 99 ~ibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==