• • Clemente Maglietta né la possibilità di una razionale ricerca delle co·ndizioni più adatte. Opera la spontaneità e influisce il caso. Preme la speculazione edilizia e le corruzioni che vi sono connesse sul terreno· amministrativo e su quello politico. E poiché non si può dire che a Napoli e nella provin.cia ci sia una vera trasformazione econon1ica in atto~ ma piuttosto• una ridistribuzione di attività ed un instabile adeguamento, non abbiamo neppure una naturale spontaneità nella sistemazione della popolazione sulla base di saldi, anche se spontanei, moviménti di carattere economico. Ed ora, per restare sullo specifico tema della periferia, possiamo distinguere questa parte della città nei seguenti settori: La periferia residenziale, monopolizzata dai ceti abbienti, che si sta sviluppando sulla collina di Posillipo, utilizzando ogni metro quadrato dei due versanti fino a raggiungere il Vomero. Questo grande quartiere, saturo di enormi complessi edilizi, trabocca verso i Camaldoli e Capodimonte. Una nuova periferia che è andata sorgendo, ad iniziativa privata e senza alcun rispetto per il futuro sviluppo dei piani regolatori. Non si localizza in alcun posto. Si abbarbica dove può, ma preferisce pro,cedere metro a metro, senza osare spingersi in zone completamente nuove. La periferia tradizionale, che è qramai conquistata dalla città e non si distingue più da essa, anche se isole di pop·olino, di artigianato, piccolo commercio ed altre attività del genere, restano come sopravvivenze, in fo11daci, in grossi cortili e veccl1i caseggiati. Del resto Napoli non ha mai avuto• una zona tipica di raggruppamento della classe operaia, se si esclude (in certo senso) la zona compresa tra Barra, Ponticelli e S. Giovanni a Teduccio. Nell'interno· della città si stanno ·rosicchiando vecchi settori che - prima e dopo - il piccone liquiderà: sono i « quartieri », sopra Toledo e della zona vastissima compresa tra il Tribunale, via Foria, corso Meridionale, Granili e Via Marina. In pari tempo, la città divora le zone urbane - rurali, i cosidetti comuni aggregati della cintura che circonda il vecchio nucleo_ urbano: Barra e Po,nticelli, S. Giovanni a Teduccio e S. Pietro a Patierno, Secondigliano e l\tliano, Chiaiano, Marianella e Piscinola, Fuorigrotta e Bagnoli, Soccavo e Pianura. · Nel frattempo si sta creando una nuova cintura intorno alla città, attraverso l'intervento della industria in molti comuni rurali nelle immediate vicinanze della città, lungo le nuove grandi arterie autostradali e ad opportuna distanza dal porto, dalla ferrovia e dall'aeroporto. I11 queste zone, attraverso un travaglio -non minore di quello della popolazione napoletana, si vanno cr~ando nuove- fonti di lavoro, mentre 98 \ • Biblioteca inobianco
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