Rosellina Balbi rata la percentuale del 10 %. È press'a poco lo stesso spazio riservato alle rubriche fisse, che intrattengono co·n le lettrici discorsi di vario tipo: dai consigli di « saper vivere » alle questioni di giardinaggio, dalle ricette culinarie ai problemi dell'arredamento 1, dai consigli di bellezza a quelli in materia di antiquariato. Queste rubriche rappresentano, insieme con le molte pagine dedicate alla moda, uno dei più forti motivi di successo dei giornali femminili. Sono infatti essenzialmente le don11e, secondo la sottile analisi di Simone de Beauvoir, ad organizzare la vita di società: « il focolare non è soltanto, un interno nel quale la coppia si confina; è anche l'espressione del suo standard di vita, della sua condizione, del suo gusto: deve essere esibito allo sguardo altrui ... » 15 • Anche l'abbigliamento, anche il maquillage sono dei mezzi ai quali la donna ricorre per esprimersi in qualche modo : curare la propria persona significa non soltanto manifestare la propria dignità sociale, ma costituisce, per la donna, « una specie di lavoro che le permette di appropriarsi della sua persona come si appropria della casa per mezzo del lavoro domestico,; le sembra allora di essere lei stessa a scegliere e creare il pro,prio io» 16 • La fotografia della manneqiLin, che indossa un modello di Cardin o di Capucci, è la promessa di un miracolo personale; ogni lettrice - come osserva Menie Grégoire - si identifica con la donna della fotografia, offrendo a se stessa, con poca spesa, un aspetto giovane e nuovo. Da questo punto di vista, lo slogan pubblicitario di « Arianna » ( « il mensile per le giovani di tutte le età ») è estremamente eloquente. Il significato sociale che l'abbigliamento e la bellezza assumono, per le donne, viene deliberatamente accentuato nelle numerose pagine dei periodici femminili riservate alla pubblicità. Pochi sanno, forse, che la stampa femminile è lo strumento più largamente utilizzato per i messaggi pubblicitari: ci riferiamo, naturalmente, alla stampa femminile « bo,rghese: », giacché i fotoromanzi si rivolgo,no a un pubblico bensì più vasto, ma di gran lunga più sprovveduto sotto il profilo economico (e sfornito, quindi, di una so,ddisfacente capacità di acquisto). Citeremo i dati relativi al mese di giugno• 1962: in quel periodo, il settimanale che aveva il più alto millimetraggio occupato dalla pubblicità era «Grazia» (co•n 318.944 millimetri). Al secondo posto si classificava un altro settimanale femminile, e precisarr1ente « Annabella » (con 285.883 millimetri). Seguivano due settimanali di varietà ( « Tempo » ed « Epoca)», e, quindi, un altro periodico fernminile, «Gioia» (con 226.911 millimetri). Nei primi cinque posti, pertanto, troviamo ben tre 1s S. de Beauvoir, op. cit., pag. 311. 16 Ibid. 100 Bibliotecaginobianco-
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