Nord e Sud - anno X - n. 38 - febbraio 1963

Editoriale il fatto che si delinei anche colà un'evoluzione del regime socialista verso un tipo di società efficiente proverebbe la ineluttabilità del fenomeno e la sua indipendenza da moduli e condizioni specificamente 11olitici. Questa spoliticizzazione della natura delle questioni, sperata dai teorici dell'efficienza, è, tuttavia, insienie, il punto di forza e il punto debole della loro posizione. È il punto di forza in quanto il loro metodo ,ii andare all'essenzialità immediata dei problemi consente ad essi di i11terpretare 1nolti aspetti dell'evolitzione della società contemporanea che è necessario percepire appunto in tutta la loro imn1ediatezza ed essenzialità, affinché se ne possa cogliere tutta l'importanza e l'inciden.za rispetto agli sviluppi del futuro prossimo e meno prossimo. Ma è anche il punto debole, perché la spoliticizzazione, che può giovare in sede teorica alla comprensione delle dimensioni elementari dei problemi, non giova più a nulla quando si passa alla considerazione complessiva dei problemi e alla azione per risolverli. Allora anche l'efficienza si rivela co1ne una politica e il problema della sua realizzazione si rivela a1-icfz'esso un problema politico, e di grande politica per giunta. Ma nel n101nento i1z cui si scopre che la efficienza ha anch'essa bisogno di una striin1entazio1ze politica (concettuale e pratica), allora si scopre anche ztna cosa meno ovvia e più importante: si scopre, cioè, che la politica llell'efficienza può incontrarsi ed identificarsi con molte politiche del- _l'illibertà, ma non può incontrarsi, né identificarsi, con una politica della libertà senza accettare d'essere declassata a momento tecnico e subalterno. E ciò perché - quando non sia guidata ed egemonizzata da una volontà politica di libertà - l'efficienza è fatalmente portata a trasferire in sede politica i suoi organi e i suoi criteri di pianificazione e di accentrame11to, di razionalizzazione paternalistica, di mediazione corporativa. Democrazie di robusta ispirazio11e liberale - ed anche un socialis1no iti cu:i non siano spenti la forza dell'impostazione dialettica dei problemi e la vocazione alla libertà con1e fine - non possono mai accettare il piano pragmatico e ingannevolmente 11eutro dell'efficienza. I fautori della libertà hanno perciò un grande vantaggio: quello di potere accogliere tecniche e ragioni della efficienza, conservando la propria posizione di guida, la propria funzione direttiva, senza che il contrario possa mai accadere pena lo spegnimento della libertà. · Altrettanto possono, però, fare i fautori. di un qualsiasi regime illiberale, per i quali d'altronde ciò che è in gioco non è, ovviamente, la libertà, ma una qualsiasi cosa di diverso e, assai spesso, null'altro che il potere. L'efficienza si svela così con·ze un piano politicamente wertindifferent, direbbero i tedeschi, cioè privo di valore politico o suscettibile 9 (;3·ibliotecaginobianco

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