I Note della Redazione librio della DC sia mictato profondamente. Il limite derniurgico di Moro non è ancora interaniente superato: a 11oi se1nbra che resta ancora vero il fatto che il Segretario della Democrazia Cristiana ha ancora bisogno dei f a11af niani per non essere prigioniero dei dorotei e viceversa. E ci sembra anche che i destini del centro-sinistra hanno bisogno della collaborazione tra Moro ? Fanfani, di una discordia concorde tra i dice uomini ed i loro gruppi, che assicuri una stabilizzazione interria alla DC e il raccogliersi delle varie forze su una risultante (conie si direbbe in linguaggio geometrico) capace di portare avanti l'esperimento in corso. Ma se tutto ciò è vero, non si comprende perché gli amici de "l'Espresso" (pa~sati ,adesso a sostenere Fanf a1ii contro Moro) insistano (come hanno fatto ancora qualche setthna1ia fa) sulle fratture tra il presidente del Consiglio ed il segretario della DC, le drammatizzino, e insistendovi e drammatizzandole le accentuino pericolos~mente. Non v'è nessuna giustificazione possibile per un atteggiamento del genere: non quella del debito d'inforrrzazione giornalistica, poiché, come ognuno sa, i dialoghi tra un politico ed un giornalista avve11gono sotto il segno della legge non scritta del riserbo; e soprattutto non quella politica, poiché è chiaro a tutti che dramniatizzare la tensione Moro-Fanfani in un, momento in cui destre e comunisti te11dono a far saltare la -maggioranza di centro-sinistra equivale a porre un'altra carica di polvere sotto quella niaggioranza. Croce,· Garin e la cultura italiana È divertente notare che negli anni di quella che da molti viene ricordata come la dittatura crociana nella vita culturale del 11-ostropaese il nome di. Benedetto Croce non è niai apparso così frequentemente nelle cronaclie e nelle polemiche come ai giorni nostri, che sarebbero, secondo gli stessi molti di cui sopra, i giorni della recuperata libertà della nostr.a cultura nei confronti della deprecata dittatura. Può darsi che al fondo di ciò vi sia un gioco ; di complessi e di reazioni psicologiche estremamente sottile. È difficile, in/ atti, liberarsi, sul piano culturale, di un'autorità che abbia profonde e irrecusabili ragioni per farsi valere. Comunqite, che la discussione su Croce sia oggi più intensa e univoca di trent'anni or sono è un fatto. Allora il contraltare gentiliano (sul quale officiarono in funzione di compunti diaconi alcuni dei maggiori e più accaniti detrattori odierni di Croce e della sua funzione nella cultura italiana), fortemente sostenuto dal regime dominante, limitava in molte direzioni l'azione e l'efficacia delle infiuenze crociane. Era diventata osservazione comune, alla fine degli anni '~O, che se il crocianesimo aveva permeato fortemente di sé gli studi di storia e di estetica, il gentilianesimo si era invece affermato egemonicaniente negli studi di filosofia teoretica e morale e di storia del pensiero filosofico e politico e nelle discipline attinen,ti alla organizzazione della vita civile. Oggi il contraltare è caduto i11sieme col 39 Bibliotecaginobianco
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