• Cronaca Libraria minate forme economiche, informano intere pagine con citazioni parziali c;la selected works e liquidano con ingenuo entusiasmo il lavoro · di intere schiere di socialisti da una parte e idealisti dall'altra. Più efficace è invece il capitolo che descrive lo iatus esistente tra lavoratore e lavoro come tra industriale e industria, nel crescente moto centrifugo dell'alienazione, che si insinua dissolvente fino alle intime cellule ·della società contemporanea, ove l'azione effettiva fatta di sudore e preoccupazioni si è per così dire « lievi tizza ta » in azioni di carta per i padroni e in ritmi meccanici per gli operai. E ricchi di illuminanti osservazioni sui sindacati più evoluti riescono gli ultimi capitoli che anticipano al sociologo italiano l'esperienza che in Italia è ancora da venire mentre in paesi economicamente avanzati è già stata fornita dagli eventi. Si pensi che, ancor oggi, in gran parte d'Italia si è ancora in quella prima fase di sostituzione del « buon salario » alla « buona vita » e che i sindacati lottano ancora per il riconoscimento della loro azione per mezzo di uomini di punta che spesso la società riduce ad « uomini da uccidere ». Ciononostante è utile sapere fin d'ora a quali nuove forme di monopolio va incontro il movimento sindacale; quali sconosciute forme di alienazione può fornire esso stesso al lavoratore; quali accentramenti e soprusi può mutuare man mano da certo capitalismo deteriore, come nuovo leviatano tanto più nocivo quanto meno previsto e temuto. Perché i sindacati restino fedeli ad una loro primitiva purezza di forme è necessario che monopolizzino le forze dei lavoratori per erigersi con esse a liberi e pari concorrenti sul mercato del lavoro; ma ciò non toglie che debbano astenersi dall'abusare di tali forze, con cui è facile togliere respiro alle aziende marginali e divenire indirettamente elemento determinante di mo118 Bibliotecaginobianco nopoli industriali; e debbono guardarsi bene dal polve~izzare nuovamente, nel calderone sempre più grosso delle loro istituzioni, la dimensione umana dei singoli iscritti. La civiltà del lavoro, cominciata ~el Medioevo con forme consistenti anche se imperfette di solidarietà; caduta più tardi nella disgregazione di un individualismo esasperato; si affaccia oggi ad un tipo nuovo di collaborazione ove una società basata sul contratto si evolve in una società basata sullo status. È necessario solo che tale status si innesti su una libera scelta e non su una forma giovane di imposizione così come è necessario che i dirigenti di questa società nuova prendano coscienza delle responsabilità che si assumono: « Il vero pericolo della situazione non consiste nella pretesa di ottenere una crescente parte nella produzione, ma nel rifiuto di assumere la responsabilità di produrre questo aumento; nella richiesta .di un reddito dall'industria senza. l'accettazione di un rapporto responsabile con essa; nel comportarsi come si comporta la pr9prietà fluida ed impersonale, che passa da un'industria all'altra, secondo le necessità del mercato, da un giorno all'altro, da un'ora all'altra». L'A. auspica la creazione di tutto un corpo di nuove leggi e tutta una nuova tradizione che tenga conto della realtà affinché, vinta la battaglia sull'utilitarismo, il sindacato conquisti quello che con pittoresca imperfezione è detto « un crescente status morale nell'industria ». In realtà il sindacato cerca per il lavoratore una crescente sicurezza sulla base del postulato che sicurezza e salari non sono sinonimi. Abbiamo cercato di riportare le ideebase di questo libro del Tannenbaum e le abbiamo scelte con beneficio d'inventario per non cadere nell'enorme congerie di nozioni che il libro cerca di agganciare -ad ogni passo sconfinando dai limiti di una sintesi. Ne resta, come impressione generale, una forte •
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