• Pino Crea delle periferie dei principali centri urbani. Uno dei più efficaci mezzi a cui si dovrebbe ricorrere è il decentramento istituzionale e burocratico da effettuarsi entro le circoscrizioni locali. Nelle t1ltime elezioni amministrative, per Roma, Napoli ed altre grandi città, tutti i partiti, tranne beninteso ·quelli di destra, nei loro programmi amministrativi hai;ino dedicato largo spazio al p,roblema del decentramento delle funzioni e degli organi, per rendere piì1 svelta e pronta la macchina dell'Amministrazione pubblica locale. Questo dimostra che l'esigenza è sentita dagli ambienti politici più moderni e che da essa non si può più prescindere: non ci si può più nascondere cioè dietro il comodo paravento del vuoto legislativo esistente in materia, aspettando tempi e uomini nuovi per avviare il decentramento. Le strutture istituzionali dei nostri enti locali sono da tutte le forze politiche, e dalla stessa dottrina, riconosciute ormai superate dalla realtà dei bisogni come si configurano oggi entro le circoscrizioni amministrative. La ricerca di soluzioni nuove, anzi, non ha impegnato soltanto le forze democratiche, ma anche quella parte di conservatori che sono meno chiusi, per così dire, e che oggi non si nascondono che è indispensabile creare strutture nuove per il nostro ordinamento ammi11istrativo. Del resto il problema deve essere affrontato pure per dare attuazione ai principi democratici che so,no alla base della nostra Costituzione, la quale, per gli enti locali, in numerosi articoli (5, 114, 115, 128), ha voluto dare risalto e riconoscimento ai principi dell'autogoverno. J_.a storia delle autonomie comunali è ancora da farsi. Certamente essa risulterebbe una lezione di democrazia, poiché, proprio da queste prime cellule di autogoverno, si è sempre dipartita la lotta del cittadino, contro l'asfissia della vita locale che deriva dai sistemi di accentramento. La scuola democratica, da Cattaneo in su, fino ai giorni nostri, nello sforzo di definire un ordinamento strutturale rispettoso della sfera delle libertà dell'individuo, ha posto sempre, al centro delle sue proposte, l'autonomia degli enti locali. Oggi poi non è pjù questione soltanto di controlli, ma soprattutto, in termini più generali, di avvicinamento dell'Amministrazione all'amministrato; e quindi la lotta è diretta contro una parte della classe politica, la quale, come nel passato, nelle strutture accentrate ha trovato e trova l'optimum dell'esclusiva gestione del potere. Dovendosi confrontare oggi in Italia con il problema di far partecipare più attivamente gli amministrati alla cosa pubblica, le forze politjche democratiche si sono rese conto che è una esigenza dello sviluppo odierno dei nuclei urbani più popolati arrivare alla predisposizione di strumenti giuridici tali da consentire l'effettiva partecipazione dei cittadini all'esercizio dei poteri locali. È chiaro che la legislazione vigente non può essere sensibile a questo ordine di problemi, poiché risulta naturalmente permeata dallo spirito accentratore che la scuola liberal-moderata prin1a, e il fascismo dopo, hanno trasfuso negli ordinamenti vigenti. E tuttavia, pur nei limiti di questo pessimismo, per così dire, si deve riconoscere che alcuni istituti, come dopo vedremo, erano stati previsti dalla classe dirigente liberale, anche se in modo s1:1perficiale e incompleto, con vuoti 52 I I Bibliotecagin·obianco I
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