Nord e Sud - anno IX - n. 36 - dicembre 1962

Crisi internazionale e politica estera hanno compreso che il problema principale r1on è quello del pareggio matematico dei megatoni, ma l'altro del pareggio psicologico sulla credibilità n.ell'impiego delle armi nucleari. La conseguenza di questa fondamentale incomprensione è stata di giudicare la decisione americana alla stregua di un colpo di testa, suggerito dall'isterìa dell'opinione pubblica statunitense per Cuba, come una sciagurata risoluzione mirante addirittura ad un baratto di Cuba contro Berlino (l'atteggiamento della stampa inglese è stato da questo punto di vista veramente deludente), mentre essa era, invece, una mossa abilissima sul piano militare e felice su quello politico: i dirigenti americani hanno persuaso i russi della credibilità del loro impegno, scegliendo di farlo su una questione sulla quale avevano l'unanimità del paese ed in una zona nella quale avevano un'indiscussa superiorità strategica. L'azione su Cuba aveva un valo,re di esempio e di avvertimento, la cui drammaticità era dettata dalla possente minaccia futura dei missili sovietici nei Caraibi, ma il cui significato più vero era quello di mostrare la risolutezza del paeseleader dell'occidente a far valere i suoi interessi vitali per ogni dove: la menzione esplicita di Berlino nel discorso di Kennedy era una prova fin troppo evidente di ciò; come, del resto, analogo significato doveva avere il più tardo rifiuto di negoziare uno scambio eventuale dei missili installati in Turchia contro quelli che si stavano installando a Cuba. È ·per lo meno paradossale che proprio coloro i quali, non avendo intuito il significato vero dell'azione americana, sospettavano che dietro di essa vi fosse l'intenzione di abbandonare Berlino, proprio costoro fossero, poi, disposti al baratto sulla Turchia! L'i11comprensione da parte europea del vero significato della vicenda è veramente un segno preoccupante e mortificante. Un'altra brutale rivelazione della crisi dello scorso ottobre è fornita dallo smarrimento e dal panico che hanno percosso buona parte del ceto dirigente e dell'opinione pubblica dell'Europa. Certo i governi ed in qualche caso (quello dell'Inghilterra) anche le opposizioni hanno mostrato, in apparenza, senso di responsabilità; ma per tutti si è trattato di un atteggiamento che mal riusciva a celare no,n soltanto preoccupazioni doverose e pienamente giustificate, ma anche ansie e paure che non avrebbero dovuto esservi; e la stampa si è preoccupata di sottolineare questo stato d'animo non tanto legittimamente angosciato quanto soltanto confuso e smarrito. In questa occasione, insomma, si è manifestata una sorta di nevrosi che è segno di incapacità morale a resistere alle tensio,ni politiche sia pur gravissime del nostro tempo e quindi di mancanza di attitudine a fronteggiarle. In Europa la coscienza della debolezza, la consapevolezza di essere stati come 15 Bibliotecaginobianco

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