Nord e Sud - anno IX - n. 36 - dicembre 1962

• Sergio Bertelli derivarne la spiegazione più piena. Cercando di motivare la definizione che il pontefice volle dare del conflitto come di una « inutile strage » (il conte Dalla Torre, in u11 brevissimo intervento, ha testimoniato che la frase fu voluta personalmente da Benedetto XV, nonostante il suggerimento contrario della Segreteria di Stato), Piero Pieri ha ricordato come alla convinzione iniziale che la guerra dovesse essere risolta in poche settimane, restando circoscritta alla diatriba Austria-Serbia - dunque guerra di equilibrio -, fosse ben presto subentrato lo sconforto di vedere l'allargarsi illimitato del conflitto, soprattutto senza che se ne potesse più distinguere una possibilità di soluzione. E questo fu senza dubbio uno dei più forti motivi che presiedettero alla decisione pontificia di intervenire diplomaticamente tra i due blocchi contendenti. Nel '16 si era ormai giunti alla guerra totale, ad una guerra, cioè, « che cerca tutte le risorse della nazione, richiede uno sforzo e una tensione grandissima ... ad una guerra assoluta, ossia senza esclusione di colpi, sempre più crudele, portata a danneggiare sempre più il nemico e questo anche senza il preco,ncetto puramente di crudeltà ... Le guerre di logorio del secolo XVIII potevano essere fatte in base al principio dell'equilibrio europeo; ma il fare una pace di compromesso in queste condizioni diventa sempre più difficile... Quindi quel senso di stanchezza e l'in1pressione che non si riesca ad andare avanti, che quindi si abbia veramente un'inutile strage ... ». A questo quadro il Pieri ha aggit1nto infine una constatazione di grande rilievo: « il clero, che era coi contadini, si trovava di fronte a dei contadini demoralizzati: nel 1916 la classe del 1896 è ingoiata; ma nel 1917 ci sono le classi del 1897 e del 1898 che sono anche ingoiate quasi completamente. Quindi un senso di stanchezza, di delusione per queste vittorie che non sono mai assolute » 2 • A completare il quadro rapidan1er1te tracciato dal Pieri nel suo intervento, si potrebbe agevolmente ricordare che proprio il 31 gennaio del '17 si ha la nota della Germa11ia agli Stati Uniti con l'annuncio della lotta sottomarina,, senza più esclusione di colpi. Il sommergibile era un nuovo terribile mezzo di distruzione che veniva gettato nel vortice del conflitto provocando un'ondata di smarrimento e di indignazione in gran parte dell'opinione pubblica europea. Eppure, a parer nostro, erano ancora due fatti da porre in rilievo, e non di secondaria 2 Si aggiunga - e così la comu1ùcazione Martini come altri interventi non hanno mancato di sottolinearlo - che la campagna pacifista dei socialisti era ripresa vigorosa nelle retrovie. Un preciso accenno ad essa si ritrova nella relazione inviata a Roma da monsignor Marchetti alla fine di giugno, relativa alle conversazioni da lui avute a Berna coll'ambasciatore francese, parzialmente edita dal Martini. 116 \ I Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==