Nord e Sud - anno IX - n. 36 - dicembre 1962

• Recensioni lamentata dalla nostra generazione; più vero è che .ad essa è stato diffiicile as~oltare per tempo la loro voce, frammista a molte altre di ben diverso suono. Pure alla fine i più la distinsero. Ognuno di noi, secondo che opiniamo, sarebbe lieto se potesse essere per i più giovani quel che per 11oi furono non solo Croce e Gramsci, ma anche Salvemini ed Omodeo, Gobetti e i due Rosselli, Dorso, De Ruggiero e Flora, per no,n parlar d'altri, morti o dei pochi ancora viventi. Croce sopra tutti, s'i11tende. È singolare questo fatto-: sulla testimonianza delle loro stesse risposte, per molti che nel libro fanno professione di marxismo si può osservare - e l'osserva infatti l'Antonini - come proprio Croce sia stato un tramite a Marx; il cl1e si riporta qui non perché si amino· le confusioni di pe11siero, per generose che siano e per fruttuose che di tanto in tanto possano per avventura riuscire, ma a testimonianza della vastità, a mano a mano che ognuno scopriva o approfo.ndiva il suo antifascismo, dell'influenza crociana. E ci si consenta una breve digressione, se è digressione, a proposito di questo magistero crociano. È luogo comune, tanto se ne abusa, affermare l'esigenza che sia tolta ogni barriera tra cultura ed impegno politico. Ora è notabile che il nostro più alto maestro proprio d'impegno politico, oltre che di cultura, sia stato colui che più di ogni altro ha mantenuto ferma la distinzione tra la cultura da una parte e l'ideo,logia e la propaganda dall'altra. Altro è barriera, altro è distinzione, ovviamente. È troppo chiedere a qualche « intellettt1ale », anche di quelli che hanno partecipato all'inchiesta in esame, che ripensino alle ragioni per le quali un altro pensatore vide nella politicizzazione della filosofia l'odierno « tradimento dei chierici »? Ma tornando al nostro discorso sui maestri, e concludendolo, osservia1no che, tra le testimonianze raccolte nel libro, proprio 1 quelle da cui i maestri stessi non sono rinnegati né misconosciuti esprimo•no una più piena e più lieta partecipazione alle lotte politiche del dopoguerra: si tratti di chi quei maestri conobbe per tempo, anche per tradizio11e familiare, come per esempio Vittore Fiore (nel cui intervento, per altro, ci diverte un tantino di inopinata « boria dei municipi » ); o di chi li conobbe più tardi, perché più tardi si sviluppò in lui l'impegno civile e politico. NICOLA PIERRI L'età di J ackson Per decenni l'età di Jackson è apparsa agli studiosi americani l'epoca di un grandioso rinnovamento democratico. Il grande contrasto tra federalisti e repubblicani, tra hamiltoniani e jeffersoniani, durante gli ultimi dodici anni del secolo decimottavo (che erano stati anche i primi della vita della nuova federazione), s'era concluso con la vittoria di Jefferson, e 103 Bibliotecaginobianco

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