Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

• . A1ztonio Spinosa giare volume dell'intercambio fra i due Paesi sarà costituito dai prodotti siderurgici, metalmeccanici e chimici. La Cecoslovacchia, che è un Paese industrializzato e ha bisogno di valuta pregiata, si trova nella 11ecessità impellente di esportare le sue rnacchine in misura sempre n1aggiore e verso tutti i lidi. Tuttavia, come si è osservato, oggi si scorge, a occhio nudo, 1111certo ristagno. È stata ufficialmente comunicata l'interruzione del terzo piano quinquennale per sopravvenute difficoltà, per imprevidenze e sprechi. La popolazione non può accontentarsi per molto tempo ancora di sapere che il suo è un paese altamente industrializzato, se, cionostante, deve continuare a fare sacrifici. Inoltre, i cechi, a differenza dei sovietici, non hanno nemmeno la soddisfazione di poter dire di aver conquistato gli spazi. Praga guarda con simpatia all'Italia. Qui si augurano che nei commerci il nostro paese prenda in buo·na parte il posto della Germania federale. Ciò a ragione di una vecchia ruggine fra cechi e tedeschi. Il partito comunista in Cecoslovacchia indica tuttora nella Germania (ma distingue fra tedeschi di Adenauer e di Ulbricht) la sorgente di ogni male. Da manichei qui c'è l'ossessione del tedesco, e così si respira ancor oggi un'atmosfera da immediato dopoguerra. Le autorità cecoslovacche tuttora impostano gran parte della loro propaganda co11tro il pericolo di u11 imminente pangermanesimo (come si può arguire dai giornali, dalle trasmissioni radiofoniche e televisive, oltre che dalle fotografie e dai volumi esposti nelle vetrine delle librerie). Secondo indiscrezioni, sembra che il timore della possibilità di un nuovo conflitto scatenato dalla Germania sia stato espresso dal presidente del consiglio cecoslovacco, Siroky, al ministro italiano Luigi Preti nel suo colloquio di Praga. Il « premier » avrebbe rivolto un attacco al Mercato comune europeo proprio muovendo da quelle nere « previsioni » di guerra. Siroky è del parere che attraverso la CEE la Germania federale riuscirà ad estendere la sua influenza industriale su tutta l'Europa: i cecoslovacchi interpretano infatti il MEC come uno stru1nento posto a disp~sizione della grande industria tedesca perché se 11e serva per la sua espansione. L'on. Preti ha offerto una diversa e più realistica interpretazior1e della CEE. Egli ha detto che a Bruxelles si stanno superando le vecchie e luttuose differenze fra i vari paesi europei. Convinto di ciò, Preti ha proposto all'ospite di accettare una scommessa e di rivedersi fra un anno in un porto del Mediterraneo per '!.1erificare chi dei due avrà avuto ragione: il malinconico cecoslovacco o l'italiano ottimista. Se in Cecoslovacchia si attuerà la destalinizzazione sfumeranno 80 Bibliotecaginobianco

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