Nord e Sud - anno IX - n. 35 - novembre 1962

• Documenti formazione culturale biologica e medica: quindi ha il suo luogo piu razionale nelle facoltà di Scienze Biologiche e forse dovrebbe interessare alcune specializzazioni filosofiche (come la psicologia) e. potrebbe essere utile anche 11elle facoltà di Scienze economiche. E c'è infine una geografia umana cl1e è parte delle « sciences humaines » cioè storico-sociali, perché è destata dall'esigenza - insopprimibile in qualunque storia dell'uomo cl1e voglia essere completa - di storicizzare i valori che ogni civiltà ha dato all'an1biente: sia per trarne, in forma di risorse o di stimoli, e11ergie per la sua vita, sia per organizzarlo strumentalmente ai suoi fini. Ma sarà bene non dimenticare anche quell'autentica cenerentola dell'università italiana che è la sociologia. Siamo a tale punto di aute11tica barbarie in questo campo che in una grande università la cattedra di sociologia è stata affidata nientemeno che all'antico titolare della cattedra di storia e dottrina del fascismo. In compenso, la terna del primo concorso di sociologia, espletato l'anno scorso, trova difficoltà di chiamata presso le facoltà giuridiche e letterarie. Per rimediare alla crisi dell'insegnamento universitario e della ricerca scientifica nel campo delle scienze storiche, qualche altro collega ha proposto la creazione, anzicl1é di dipartimenti presso le facoltà di Lettere, di dipartimenti inter-facoltà, ove concentrare tutti gli insegnamenti, i mezzi di studio, il personale òggi disperso fra Lettere, Magistero, Legge, Scienze Politicl1e, Scienze Economiche, etc. Questi dipartimenti dovrebbero offrire agli studenti di tutte le facoltà interessate i vari corsi storici loro necessari, pure accentrando razionalmente la ricerca scientifica. Dovrebbero inoltre avere una loro autonomia di governo, magari _c_on un certo numero di cattedre loro peculiari, pure lasciando la maggioranza degli ordinari inseriti nelle facoltà ove già si trovano. Né la proposta è davvero da scartarsi a cuor leggero: sarebbe comunque un passo avanti notevole rispetto al caos attuale. V'è da domandarsi, tuttavia, se un tale dipartimento, qualora avesse davvero tutta l'autonomia ed i mezzi di studio necessari, non sarebbe in pratica una vera_ e propria facoltà, pure senza averne il nome. Di• ciamo la verità: a che serve ba]occarsi con le parole chiamando dipartimento ciò che nell'attuale ordinamento italiano viene chiamata una facoltà? • Tanto vale dire pane al pane, vino al· vino. Almeno sino a tanto a che tutte le facoltà così come sono ora configurate spariranno dalle università italiane e saranno sostituite da una plur?lità di dipartimenti. Ma v'è da tem~re che si abbia da attendere un pezzo, avanti di vedere una riforma così radicale, a~che se ragionevole e proficua ... 64 Bibliotecaginobianco

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