Editoriale Del rilievo assitnto nella vita del mondo d'oggi dal Concilio attualmente in corso non si può forse addurre testimonianza migliore dell'invio di due osservatori a cui, all'ultimo momento, s'è decisa la Chiesa russo-ortodossa. Come è noto, la Chiesa moscovita aveva risposto in senso assolutamente negativo allorché i competenti. organi della Curia romana le avevano, a suo tempo, for1nulato l'invito ad inviare osservatori al Concilio in-zminente; e sulla posizione nioscovita si erano subito allineate, quasi compatte, le altre chiese ortodosse. E azzardato supporre che il primo atteggiatne1ito riegativo f asse quello spontaneo e proprio della Chiesa russa e che la successiva resipiscenza sia stata dovuta ad un energico intervento del governo sovietico? La cosa sarebbe tutt'altro che strana e risponderebbe pienamente alle tradizioni del Cristianesimo orientale, le citi chiese nella storia dei rispettivi paesi hanno quasi sempre avuto importanza non come fattore politico attivo, bensì - se così si può dire - come fattore politico passivo: come veicolo, cioè, del potere statale nel governo dei sudditi, all'interno, e nelle relazioni con comunità sensibili all'influenza religiosa cristiano-ortodossa, all'esterno. Era così sotto i Cesari bizantini e fu così, poi, sotto gli Zar russi. Per questa ragione, se nelle società cristianooccidentali il tono dei rapporti fra stato e chiesa fu dato dai ripetuti sforzi teocratici della gerarchia ecclesiastica, in quelle cristiano-orientali il tono fu dato invece dalla costante prassi cesaro-papistica dei sovrani e le cliiese nazionali non si poterono né fondere in una vasta unità internazionale, come fu, specialmente fino alla Riforma, il Cattolicesimo, né recitare quella parte per cui in Occidente storia ecclesiastica e storia civile fanno tutt'uno anche dopo la Riforma e almeno sino alla fine delle grandi guerre di religione in Germania. E, d'altro canto, è ancora recetite il ricordo di ciò che l'influenza spirituale del Patriarcato di Mosca significò nella politica balcanica e medio-orientale degli Zar fino alla prima guerra _niondiale; e di quanta parte di quell'influenza si sia riversata nel dilagare del panslavismo dalla metà del secolo scorso in poi. Tacitamente, e senza venir mai meno alla propria posizione di principio sulla questione della lotta antireligiosa e sttl rifiuto di qual3 Bibliotecaginobiarico • I
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