Nord e Sud - anno IX - n. 33 - settembre 1962

Paolo Foglia DC tredici posti, al Partito Comunista undici, al Partito Socialista nove, ai socialdemocratici uno, ai Monarchici di Lauro cinque e al movimento sociale uno 1 • Per la prima volta lo Scudo Crociato raggiungeva la mag- . gioranza relativa, mentre il Partito Comunista, presentatosi diviso dal PSI, segnava il passo, soprattutto a causa di alcuni contrasti interni, risoltisi in una riduzione della influenza esercitata dal suo uomo più rappresentativo, il Prof .. Pasquale Monaco, che era stato combattuto aspramente da un gruppo di giovani, intenzionati a rinnovare i quadri del partito. La lotta politica, tuttavia, era troppo fortemente imperniata su due blocchi, per cui fu naturale l'intesa di fronte popolare per la formazione della giunta, la vita della quale, in ogni caso, era legata anche all'apporto del consigliere socialdemocratico, con il quale l'amministrazione disponeva della metà più uno dei consiglieri. Questo rap~ presentava in certo senso il punto debole della coalizione e su di esso infatti la DC giocò, con fortuna, tutte le sue carte. Se, infatti il rappresentante socialdemocratico avesse abba11donato la giunta, per la prima volta dopo tredici anni si sarebbe presentata ai democristiani l'opportunità di paralizzare l'amministrazione comunista e di snidare il fronte popo~ lare dalla cittadella comunale. Questa eventualità fu alla base dell'intesa che la DC strinse con le destre; una intesa, tuttavia, che fu definita e perfezionata in un senso puramente negativo e che, per questa sua caratteristica, facilitò anche le trattative con il consigliere socialdemocratico, persuadendolo ad abbandonare la maggioranza di fronte popolare. Il Consiglio comunale fu così spaccato a metà e nell'ottobre del 1956 fu necessario l'intervento governativo e il conseguente scioglimento dell'assemblea eletta. Era stato compiuto il primo passo verso la rottura dello schieramento di fronte popolare: una pura e semplice manovra tattiva, alla quale le destre si prestarono nella speranza di condizionare la DC, che assunse un atteggiame11to alquanto ambiguo, rivendicando a sé la funzione di diga anticomunista e accogliendo l'apporto dei suoi alleati conservatori, ma senza accettare che questi imponessero condizio,ni. Le elezioni del 1957 avrebbero deciso sul successivo orientamento da scegliere; tuttavia la DC, fin da allora, appariva intenzionata a portare avanti una politica di nuovo tipo, prefere11do avvicinarsi ai suoi avversari, per dividerli e confonderli, piuttosto che rispettare i limiti che le imponevano gli organi centrali e arroccarsi dietro l'intransigenza e il rifiuto di ogni dialogo. Le elezioni del 1957 dovevano essere il frutto della operai I risultati furono: DC 8.325 voti (13 seggi); PSI 6.036 (9); PCI 6.976 (11); PSDI 791 (1); monarchici di Lauro 3.737 (5); MSI 781 (1); monarchici di Covelli 515 (-); PRI 372 (-). 94 \ Bibliotecaginobianco

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