Argomenti vi è prodotto dalla agricoltura, e la quota di popolazione attiva ad essa addetta è, secondo il Censimento del 4 novembre 1951, del 51,0%. Tuttavia, rispetto alla estensione della superficie coltivabile, che costituisce circa 1'8% di quella nazionale, il reddito agricolo è assai basso, raggiungendo, nel 1959, appena il 39/o del reddito agricolo nazionale. Le attività industriali, se si prescinde da quelle estrattive, la cui situazione, attualmente piuttosto critica, è, del resto, ben nota, sono praticamente inesistenti, essendo basate su una organizzazione meramente artigianale e ricoprendo pressoché unicamente la sola gamma delle industrie « tradizionali » e « residenziali » ( si tratta, nella maggior parte dei casi, di ditte a diffusione comunale). Le attività commerciali risentono poi di una strut~ura eccessivamente pesante in t~rmini di numero degli esercizi, del resto caratteristica di tutto il Mezzogiorno. Il quadro or ora proposto può essere completato aggiungendo che la quota di popolazione attiva è appe11a pari al 34,1 % della popolazione globale (cifra nettamente inferiore alla media nazionale e superiore solamente a quella della Sicilia) e che, secondo una indagine condotta dall'Istituto Centrale di Statistica per conto della Commissione Economica di Studio per il Piano di Rinascita della Sardegna, i consumi sono bassi non solo in senso assoluto ma anche in senso relativo, essendosi calcolata una propensione media al consumo pari a circa il 75% del reddito, cifra, come si vede, assai bassa per una regione sottosviluppata. Gli investimenti privati sono, naturalmente, assai scarsi in connessione con quanto si è esposto più sopra. Va rilevato infine, anche senza addentrarsi in dissertazioni di carattere socio-culturale, che larghe 1nasse di popolazione vivono attualmente una vera e propria economia di sussistenza ed una vita quasi totalmente isolata e scarsamente sensibile agli influssi del mondo esterno. Queste dunque, sono le condizioni in cui l'intervento dello stato deve operare, ma, percl1é noi possiamo renderci conto con maggior cognizione di causa della bontà o meno dei provvedimenti di politica economica che si intende porre in essere, è necessario vedere la realtà che abbiamo appena delineato sotto un profilo causale, perché solo rinvenendo le cause del sottosviluppo sardo si può emettere un giudizio fondato sulla razionalità delle scelte operate o, per dir meglio, consigliate in sede di studio e puntualizzate in sede legislativa. Diciamo immediatamente che le cause che hanno determinato la struttura economica della ·Sardegna quale la abbiamo fugacemente descritta più sòpra sono principalmente due: il sottopopolamento e l'isolamento geografico, economico e culturale. La difficoltà, infatti, delle comunicazioni con il continente, che va lentamente attenuandosi 77 Bibliotecaginobianco
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