Nord e Sud - anno IX - n. 33 - settembre 1962

• Editoriale dalla geografia, due punti di appoggio fondanientali abbiamo avuto: la polemica di Croce con Einaudi, a proposito di liberalismo e di liberismo_, _equell1 con Fortunato, a proposito della « storiografia degli agronomi »~ del clima e del suolo che precluderebbero a questo o a quel paese, e in particolare al nostro Mezzogiorn.o, le soluzioni di sviluppo civile ed economico che altri paesi si sono date. Infine, - inattendibile da un punto di vista storico, - la valutazione dell'opera e del pensiero crociani come responsabili di un assopimento dell'energia civile e della fede politica suscettibili di riscuotere l'interesse e la passione delle giovani generazioni durante il ventennio fascista, questa valutazione ha portato anche ad un risultato assolutamente negativo da altri punti di vista. È accaduto, infatti, che una tale valutazione si sia tradotta, in linea di massima, soltanto in una ripulsa di principio di Croce e della sua vasta opera di filosofo e di studioso di molti campi del sapere; che essa sia valsa anche ad ammantare di un pretesto di polemica culturale la ripetizione stantia di vecchi e nuovi indirizzi di studio e a coprire, col favore che sempre riscuotono le mode, del pretesto di una «sprovincializzazione» un'autentica velleità di smantellamento di una delle più serie correnti di studio che f assero fiorite in Italia da molto tempo a questa parte; e che in essa si sia addirittura espresso tanto lo sforzo di riqualificazione di molti vecchi ambienti fascisti o parafascisti di scuola gentiliana quanto lo sforzo comunista di egemonizzare la cultura laica italiana. Di conseguenza, le ripulse,--le accuse, le condanne sommarie sono state numerosissime; ma gli studi veri, le contestazioni puntuali, le disamine critiche sono state invece oltremodo rare e dovute, assai spesso, ... agli stessi crociani. Oggi, pertanto, l'erzorme patrimonio di idee, di tecniche e di giudizi lasciato da Croce è sostanzialmente ancora intatto. Qua e là ne è stata tagliata qualche fronda; ma l'albero vigoreggia ancora vegeto e robusto. Del che - concludiamo - proprio noi, che di quanto sia preziosa l'eredità crociana siamo i più convinti, proprio noi ci doliamo per primi: perché sappiamo che la fecondità di un insegnamento e di una tradizione di cultura emerge appun"to dal continuo reinserimento di essi nella discussione; e perché sappiamo che Croce non offrì mai i risultati dei suoi studi come apodittiche verità di un qualsiasi dio ( la rivelazione, la storia ...), ma sempre e soltanto come strumento di lavoro per coloro che portano nelle cose della cultura un impegno non smentito e scevro di ogni non limpido interesse. 6 Bibliotecaginobianco

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