Nord e Sud - anno IX - n. 33 - settembre 1962

Giornale a più voci assoluta a questo riguardo non si è mai potuta avere, ed è necessario, quindi, procedere in questo campo per mere induzioni e per larghe stime. A questo riguardo soccorre la valutazione ricorrente, grosso modo ricavata attraverso diversi indici e punti di riferimento, e che faceva ascendere a centomila i disoccupati e gli inoccupati di Napoli, cifra questa che, senza alcuna pretesa di esattezza vale tuttavia a individuare un « ordine di grandezza » delle dimensioni del fenomeno. _Ora, rispetto a tale ordine di grandezza, è evidente che i trentaduemila addetti rinvenuti in più al censimento industriale e commerciale, anche se portati a quarantamila per effetto dell'assorbimento intervenuto da parte delle altre attività non soggette a censimento, come l'agricoltura, il pubblico impiego e le attività libere professionali (che supponiamo anche esse incrementatesi proporzionalmente fra il 1951 ed il 1961), non valgono certamente a riassorbire la quota di disoccupazione che incombeva da tempo su Napoli e della quale rimane, all'ingrosso, un buon cinquanta per cento ancora in attesa di lavoro, senza parlare della sottoccupazione. Questa constatazione è più che sufficiente per stabilire entro quali limiti si può parlare dello sviluppo intervenuto a Napoli fra il 1951 ed il 1961 e posto in evidenza dai risultati del Censimento industriale e commerciale del 1961. Sicché si afferma in termini quanto mai evidenti che si è trattato di uno sviluppo inadeguato, onde la necessità di ulteriori interventi specialmente ai fini di una più intensa industrializzazione. PAOLO CONCA Domande di assunzione a Genova Nell'Ufficio Assunzioni della Shell Italiana, a Genova, giorno per giorno, per mesi e mesi, sono passate centinaia, migliaia di domande di lavoro. Fino all'anno scorso ci si era limitati a contarle: tante al mese, tante in un anno. Ma ad un certo punto questo è cominciato a sembrare troppo poco. E mi è parso che sarebbe stato interessante analizzare da dove venivano, chi ce le mandava, che studi avevano fatto, quanti erano al primo impiego, disoccupati, quanti in cerca di miglioran1ento, che età avevano, quanti erano gli uomini, quante le donne. Era un bisogno di esaminare per qualcosa di vivo e caldo che passava sotto gli occhi, disordinatamente. Qualcosa forse che avrebbe potuto darci qualche indicazione sulla intensità del richiamo esercitato dal nome della Società nelle varie regioni d'Italia e nelle varie categorie sociali e professionali; e consentisse, eventualmente, di verificare nell'ambito del nostro lavoro, la validità di certi dati e rilevazioni nazionali, onde qualche suggerimento sul come e dove, eventualmente, indirizzare la nostra azione e la nostra politica di reclutamento. Oltre tutto si vedevano arrivare quassù molte, moltissime domande dal 67 Bibliotecaginobianco

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