Nord e Sud - anno IX - n. 33 - settembre 1962

Giornale a più voci 11egli ultimi due anni e gli stessi partiti della sinistra democratica non vi l1anno riflettuto che per escogitare soluzioni parlamentari e tecniche, di per se stesse ineccepibili, ma a nostro avviso insufficienti. In realtà, la vita pubblica italiana degli ultimi anni ha realizzato un singolare paradosso, consentendo ai partiti di massa di conservare pressoché intatto il proprio prestigio elettorale nell'atto stesso in cui si andavano gradualmente svuotando di ogni interna vitalità. Rilevava acutamente Marco Cesarini Sforza, a proposito dell'on. Riccardo Lombardi, che proprio gli ex-azionisti, ossia gli assertori di una democrazia di tipo nuovo, si sono lasciati assorbire dal gioco parlamentare fino ad isolarsi dalla base e perfino dall'apparato di partito, per inerpicarsi quali solitari forgiatori di grandi disegni alla sommità delle varie segreterie. La stessa osservazione potrebbe essere allargata a tutti gli altri dirigenti, quale che ne sia la provenienza e l'attt1ale milizia, ed in parte perfino ai sindacati. In poche parole, le classe politica italiana e le 1nasse popolari (ivi comprese le forze intellettuali di base) marciano lungo due parallele che non s'incontrano 1nai, salvo che agli incroci elettorali o nei grandi scioperi di categoria. Questa dissociazio11e del corpo sociale corrisponde, punto per punto, alle lacerazioni che si sono prodotte nelle singole coscienze; costituisce, cioè, l'aspetto politico di una crisi che potremmo ancl1e definire come crisi dello slancio rivoluzionario. Forse nessuna generazione come la nostra può avvertire le dimensioni tragicl1e del fenomeno. 2) Non è per caso che proprio negli ultimi mesi scrittori come Tobino e Bassani abbiano riproposto il tema della Resistenza e che lo stesso cinema sia tornato sugli anni conclusivi della dittatura fascista. Il momento è ormai venuto per trarre un primo bilancio storico - ·e non soltanto sentime11tale - di quella esperienza; e se comincia a diventare possibile farlo con chiarezza, ciò dipende ancora dai successi della sinistra democratica, spalleggiata vigorosamente - in questo limitato settore - dall'opposizione comunistica che del resto nella lotta antinazista toccò i vertici sublimi del sacrjficio. Naturalmente, è ancora presto per accentuare gli elementi critici di questo bilancio, troppo forti essendo tuttora i gruppi nostalgici e conservatori interessati a denigrare la Resistenza come gloriosa reazione alla loro infamia. Ciò nondimeno, anche nelle opere degli artisti che si sono citati - o in un forte affresco popolare come il film di Comencini, « Tutti a casa» - affiora già l'amarezza della conclusione parzialmente negativa di quell'esperienza. Grazie alla Resistf:nza, noi abbiamo. avuto la cobelligeranza, la Repubblica, la Costituzione ed oggi un governo di centro-sinistra che è dichiaratamente antifascista, ma nei quindici anni intercorsi dalla dissoluzione del governo di C.L.N. ai moti di Genova, quante sconfitte, quante ritirate ha dovuto registrare il movimento po,polare? e in quale misura lo slancio rivoluzionario degli italiani si è gradualmente affievolito come un organismo a cui sia stata fatta mancare l'aria? È una storia dolorosa che comincia ancor prima della dissoluzione del 53 Bibli~tecaginobianco

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