• Note della Redazione gio tra avversari e fautori delle varie soluzioni tecniche ed economiche più idonee ad assicurare uno scorrimento rapido, un adeguato volume di traffico e la salvaguardia delle condizioni fisiche dei viaggiatori, si sarebbe · dimenticato ciò che è essenziale: accertare se la capacità di questi tunnels sarà sufficiente a smaltire il traffico che si presenterà all'imbocco di essi ». Aggiunge il Michelet che vi sono buone ragioni per dubitarne; e afferma poi che, « prescindendo da certe questioni di arnor proprio, e ricorrendo, per esel'npio, a un'altra tecnica di canalizzazione dei veicoli, si sarebbe aumentata notevolmente la efficienza di queste opere d'arte e si sarebbero evitati i rischi connessi alla presenza di gas nocivi - la cui evacuazione, per difetto di esperienze su tratti di strada coperta altrettanto lunghi, rimane aleatoria - senza rincarare il costo della costruzione ». Sembrerebbe, quasi, a leggere queste considerazioni, che per il tunnel del Monte Bianco e per quello del Gran S. Bernardo, per quanto riguarda i gas si siano commessi errori come quelli che si lamentano per le gallerie napoletane. E francamente questo ci sembra assai grave (così come assai grave ci se1nbra l'accusa trapelata su alcuni giornali francesi nei confronti degli italiani, i quali, per arrivare primj, si sarebbero limitati a scavare un cunicolo invece di portare avanti gli scavi per tutta la sezione stradale prevista, onde, un grave ritardo di fatto, nei lavori dalla parte che · ci compete). Sono fondate le preoccupazioni avanzate da Michelet? E se lo sono si è provveduto in tempo? E a quale costo? E di chi la responsabilità degli errori, se errori vi sono stati? Sono domande che meriterebbero di essere discusse e che potrebbero dar luogo a centrate inchieste giornalistiche e tenzpestive interpellanze parlamentari. Il magistrato e la "gioventù guerriera,, Con encomiabile energia la cittadù1anza londinese ha di recente espresso il fermo proposito di non consentire allo sparuto manipolo dei sedicenti fascisti britannici di esibire in pubbliche riunioni la loro stoltizia, ancorché le medesime riunioni assumessero un rilevante carattere macchiettistico presiedute com'erano dal blasonato e risibile fautore della rinascita - fortunatamente improbabile - in terra albionica dell'onagrocrazia che tante sventure ha infiitto al mondo. Codesta espulsione a furor popolare dalle pubbliche piazze dei neofascisti d'oltremanica è un ulteriore titolo di merito per il Paese cui ancor oggi ogni sincero democratico deve rivolgere deferente lo sguardo. Ed è altresì un monito e un esempio per noi italiani, sempre più corrivi a tollerare che i tristi epigoni di una delinquenziale classe politica facciano, con crescente audacia, pubblica esibizione dei simboli sonori e gesticolatori del cattivo gtlsto, per non dire d'altro, che caratterizzò un deplorevole ventennio di storia nazionale. Ma quel che ad ogni spirito 48 Bibliotecaginobianco
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