Nord e Sud - anno IX - n. 33 - settembre 1962

Editoriale Abbiamo visto e ascoltato alla televisione la cronaca della cerimonia conclusiva del Premio Viareggio; e mentre parlavano Ragghianti e Valiani - l'uno vincitore del premio per la saggistica, l'altro membro della giuria chiamato dal telecronista a dire dei titoli di Ragghianti come uomo di cultura e come uomo d'azione, protagonista della Resistenza - mentre parlavano questi due nostri amici e maestri, ci veniva di pensare a ciò che di Croce ha scritto recentemente il Garin, ritornando insistentemente su un vecchio motivo della polemica anticrociana, a suo tempo agitato dai comunisti: il motivo di Croce « operoso reazionario » che distoglieva i giovani dall'impegno morale e politico nei confronti della realtà attuale e circostante, per dirottarli verso ricerche più o meno filologiche ed erudite, di storia locale o di poesia e non poesia. Ecco il giudizio severo che, a proposito di Croce, fin dalle prime pagine viene incontro ai lettori di un recente libro del Garin, edito da Laterza: « converrebbe dire che tutta la concezione e l'opera di Croce, tutto l'idealismo che è stato l'aspetto più degno della cultura italiana del '900 ha lavorato al distacco dell'intellettuale, portandolo al di là della vita reale, al di là delle tecniche e delle scienze, fuori della politica militante, spezzando i suoi legami più corposi con la terra, con la classe, per lasciarlo poi disorientato, oscillante, incerto, quando la realtà gli si presentava davanti brutale, imponendogli scelte decisive » ( pp. 20-21). La tendenziosità di questo giudizio risulta evidente quando si pensa a quanto poco fossero « disorientati, oscillanti, incerti», davanti alla « brutale» realtà della lotta per la Resistenza, uomini come Ragghianti, che con Croce, appunto, avevano avuto fitto commercio di idee (Ragghianti aveva visto pubblicata sulla « Critica » la sua tesi di laurea) e che furono in prima linea nelle lotte armate e in quella politica: tutt'altro che « al di là della vita reale». E altri esempi si potrebbero fare, da Omodeo, che fu volontario nella guerra di Liberazione e in prima linea nella battaglia politica per la Repubblica, fino a tutti quegli scrittori e giornalisti che, se da qualcosa si sono distaccati, non è della « politica militante», ma dal modo con cui si pretendeva che facessero 3 BibliotecaGino Bianco

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