I Note della Redazione vantaggio dal suo avvicinamento all'Europa nord-occidentale, dal fatto che lo smantellamento delle Alpi attenua quella che Giustino Fortunato chiamava la nostra «segregazione topografica». D'altra parte questo sensibile vantaggio potrebbe essere artnullato dalle proibitive condizioni della circolazione a sud di Salerno e oltre Eboli in generale: tanto più proibitive quanto più diverse da quelle, rapide, scorrevoli moderne, che dovrebbero unire presto tutta l'Italia padana con l'Europa, in conseguenza dello smantellamento delle Alpi, e consentire di raggiungere agevolmente Roma, grazie all'Autostrada del Sole. Ma anche il prolungamento 1neridionale dell'Autostrada del Sole sembra oramai avviato a buon fine ( 1965); e lo stesso, sembra, si può dire dei suoi due grandi affluenti, la Napoli-Bari ( 1969) e la Basentana. Quando perciò avremo detto della necessità di sincron,izzare i tempi, per quanto risulterà possibile, dell'apertura del Mezzogiorno, anche del più profondo Mezzogiorno, al traffico autostradale con i tempi dello smantellan1ento delle Alpi, e quando avremo ricordato pure che gli operai ed i minatori che il 14 agosto si sono incontrati sotto il l\11.onteBianco erano forrnalmente italiani e francesi, ma che questi ultimi pure di fatto erano prevalentemente calabresi e siciliani, quando avremo ricordato questo, possiamo anche noi attribuire un valore di « simbolo » al varco che si è aperto in questi giorni. Non senza, però, aver rilevato, tra le righe dell'editoriale de « Le Monde » che abbiamo citato, una preoccupazione che non deve essere sottovalutata. Se è vero che il tunnel sotto il Monte Bianco potrà assicurare lo scorrimento di 400 vetture all'ora su una sola fila e per ciascuno dei due sensi, sembra lecito domandarsi, e « Le Monde » se lo domanda, se questo volume di traffico consentito dalla nuova strada sarà sufficiente. E noi possiamo aggiungere, sulla base di ciò che si è letto sulla « Stampa », che, quando anche lo fosse, si determinerebbe poi, in valle d'Aosta, se non si provvede in tempo, un ingorgo anche più impressionante di quello che, a causa di alcuni passaggi a livello per i quali non si è provveduto in tempo, si determina a sud del Brennero. Comunque il rilievo de « Le Monde » - onde la domanda relativa alle effettive possibilità di scorrimento offerte dalla galleria del Monte Bianco - è più che giusto, fondato come è sulla constatazione che «il ritardo dei trasporti in Europa, che si tratti di strade, ferrovie, canali, o vie aeree, non riguarda la qualità dei mezzi, ma il dislivello che esiste fra automobili, battelli o aerei sempre più rapidi, da un lato, e strade, canali, aeroporti troppo stretti per accoglierli, dall'altro lato ». Ma c'è dell'altro: questo rilievo de « Le Monde» non è che la cauta eco della fonte sulla quale « Le Monde » si è documentato: lo studio di Pierre Michelet su Les transports au sol et l'organization de l'Europe ( Parigi, Payot, 1962), dove si leggono, proprio a proposito del Monte Bianco e del Gran S. Bernardo (p. 163), considerazioni allarmanti che non ci risultano essere state finora smentite. Scrive, infatti, il Michelet che, « a causa di lentezze amministrative, di interminabili negoziati politici e di qontroversie dettate da ragioni di presti47 Bibliotecaginobianco
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