• Jean Meynaud e Claudio Risé in un'azione di opposizione; in seguito, di fronte alle misure di rappresaglia (licenziamenti, ecc.), vi è stata una levata di scudi che si è estesa. ad organi e gruppi mo·derati e che ha isolato definitivamente l'esperimento. 2) IL MOVIMENTO SINDACALE E I NUOVI TEMI SOCIO-ECONOMICI. I fattori che si è cercato di individuare in certe strutture politiche ed in particolare nel sistema dei partiti e in certe strutture sociali, anche come condizionamenti mentali applicati al giudizio delle attività sindacali, si sono combinati in differenti modi con gli atteggiamenti e le iniziative sindacali, producendo, infine, quel quadro complesso, di cui qui si è cercato di segnalare q11alche caratteristica, forse utile alla ricostituzione di un disegno essenziale dei principali gruppi di interesse nei due Paesi. Tuttavia, ci sembra opportuno introdurre in questo esame una distinzione temporale: 110n crediamo, infatti, che il periodo considerato, vale a dire gli anni che vanno· dalla fine della guerra ai - nostri giorni, si possa considerare - per quanto breve - come un tutto unico. A nostro parere in questo periodo l'attività pratica e l'elaborazione ideologica sindacale· sono ispirate da due differenti temi centrali, o rovelli ideologici, se si preferisce, che ne caratterizzano due fasi profondamente differenti e di cui la seco11da è appena incominciata. La prima è quella del Fronte Popolare, la seconda quella dell'espansione • economica. Il Fronte Popolare - che fu chiamato in Francia tripartitismo - per quanto di breve durata, fu all'origine - in modo negativo attraverso la sua fine - del fatto più importante verificatosi nel movimento sindacale in questi anni, che doveva condizionarne profondamente gli sviluppi, i caratteri, e le possibilità: la divisione sindacale. Essa colpì alla base i progetti di direzione popolare della cosa pubblica, che la CGT aveva accarezzato nella sua « fase produttivistica » in cui sosteneva che il miglioramento della condizione operaia si poteva ottenere solo con l'espansione della produttività; e ispirò quelle grandi ondate di scioperi rivoluzionari che doveva chiudersi negli anni '50 per la scarsa convinzione dei quadri sindacali e la riorganizzazione del sistema capitalista. A questa grande spinta ideologica, caratterizzata dal tentativo da parte della classe operaia di ispirare le grandi linee della politica economico-sociale del paese ( « Piano del Lavoro » della CGIL e teorie produttiviste della CGT) e accompagn-ata subito da velleità rivoluzionarie rapidamente frustrate da contingenze interne e internazionali, 38 Bibliotecaginobianco
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