Il movinzento sindacale in Italia e in Francia lere » non avrebbe potuto crearsi da un momento all'altro, se non in una situazione già avvezza alla più consun1ata polizia repressiva. Un altro elemento di questo relativo arretramento indotto in questo settore dalla politica sindacale del ventennio fascista è lo stato di incompletezza e di confusione in cui ancora versa la legislazione sinda 4 cale italiana. I dettami della Costituzione a questo proposito, a lungo discussi e accusati di inefficienza e rigidità, non hanno di fatto ancora trovato realizzazione in misure legislative; 11é d'altra parte si è arrivati ad uscire dall'impasse attraverso una loro franca modificazione. Il risultato è che oggi il diritto del lavoro forma un insieme ibrido, in buona parte ancora basato sulle disposizioni corporative vigenti sotto il fascismo, in parte ancora impreciso e indeterminato: situazione che non può non influenzare negativamente l'esercizio dei diritti e l'attività sindacali. Tali co11siderazioni non sono applicabili alla Francia dove il regime di Vichy, che aveva origini storico-sociologiche assai differenti da quelle del fascismo, durò troppo poco per poter avere effetti importanti sul movimento sindacale, fondato del resto s11 tradizioni assai più solide e antiche di quello italiano; ed ebbe 11ei suoi riguardi un atteggiamento molto più complesso, in cui è già possibile intravedere alcune delle impostazioni « tecnocratiche » in voga oggi nella Quinta Repubblica. Scontri sanguinosi fra polizia e scioperanti sono, ad esempio, in Francia molto più rari: potremmo dire, a questo proposito, che se la situazione italiana resta influenzata dall'esperienza fascista, quella francese, invece, non può prescindere da quella del Fronte Popolare del '36, quando gli operai occuparono le fabbriche senza che esercito o polizia intervenissero. B) Difficoltà di tipo economico. - Un'altra serie di circostanze sfavorevoli deriva - come si è detto - da caratteristiche di tipo economico che condizionano dall'interno il movimento sindacale. La presenza in Italia di larghe masse di disoccupati, molto diminuite negli ultimi anni di espansione economica, ma ancor oggi assommanti a circa un milione e mezzo di unità, e a quantità ancora più importanti di sottoccupati, non ha certo mancato di indebolire la spinta rivendicazionistica dei sin~acati, fornendo al datore di lavoro forze di ricambio e minando, quindi, alla base l'azione dell'o,peraio protestatario, il quale vedeva dinanzi a sé lur1ghi periodi di disoccupazione. D'altra parte, la divisione economica, ed in parte anche culturale, fra l'Italia del Nord e del Sud sembra porre, nel recente processo di indu29 Bibl."otecaginobianco
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