Nord e Sud - anno IX - n. 33 - settembre 1962

Difesa dell'Europa ed europeisn10 diligenza, ossia di sostituire gli alleati europei con altri alleati, perché gli Stati Uniti e l'Europa fanno una cosa sola, stanno a galla insieme o affondano insieme. Certo, sarebbe ingenuo nascondersi che la proposta del Presidente degli Stati Uniti non ha dietro di sé l'unanimità dell'opinione pubblica americana: questa, pur se sta vivendo il dramma ed il trauma della fine dell'invulnerabilità del continente nord-americano, non ha ancora superato il diaframma psicologico che le è derivato per secoli dalla sua separazione geografica ed ideologica dal vecchio continente. Pure, proprio queste obiettive, ma non insormontabili, difficoltà avrebbero dovuto suggerire alle classi dirigenti dell'Europa occidentale di cogliere a volo l'offerta di Kennedy e di studiare subito le possibilità di una sua realizzazione pratica, sia pure gradua!~. I governi europei, invece, hanno lasciato cadere nel vuoto questa proposta rivoluzionaria: segno, se non d'altro, della loro immaturità politica, della lentezza dei loro riflessi e dell'incapacità di rendersi conto delle dimensioni effettive dei nostri problemi. È un fatto, però, che l'amministrazione democratica è pen decisa a battere questa strada (e lo dimostrano i nuovi orientamenti legislativi in materia di commercio con l'estero e di rapporti con l'area del l\lIEC); e altrettanta decisione v'è in parecchi circoli politici europei. È significativo, ad esempio, che Monnet, uno dei protagonisti della costruzione europeistica, abbia sottoposto al governo americano un « memorandum » nel quale si sostiene la tesi che l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (la quale comprende il Canadà, gli Stati Uniti e i diciotto paesi dell'OECE) già possiede un apparato che può servire a sviluppare il partnership tra Stati Uniti ed Europa, e che pertanto bisogna solo potenziare questo apparato per farlo meglio servire al nuovo scopo. Qualunque cosa si voglia pensare della proposta di Monnet (e francamente essa non ci sembra n1olto soddisfacente), il fatto veramente importante è che sia stata ufficialmente formulata e che a Washington se ne discuta. Non v'è dubbio che solo mettendosi risolutamente sulla strada di una sempre più stretta interconnessione degli Stati Uniti e dell'Europa, di una sempre maggiore integrazione dell'area atlantica, si possono risolvere non solo i problemi strategici che si sono accennati in queste pagine, ma anche i grandi problemi politici, eco,nomici e sociali della seconda metà del secolo; non v'è dubbio che solo a questo modo la comunità atlantica potrà sostenere la gara con l'Unione Sovietica e insieme svolgere quella funzione di promozione del « terzo mondo », che appare oggi una delle esigenze primarie dell'Occidente. E qui si pone quasi da sé una domanda di estrema importanza : quale dev'essere il partner di questa interdipendenza con gli Stati 21 Bibliotecaginobianco

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