• Vittorio de Caprariis « l'equilibrio del terrore » con le armi nucleari. Una divisione dei compiti, insomma, tra Europa e Stati Uniti nell'interesse comune di evitar_e .gli inutili doppioni e di avere una forza efficiente in entrambi i settori degli armamenti, in quello convenzionale ed in quello nucleare. Una , idea, come ognuno può constatare, di una semplicità cattivante. Questa nuova strategia difensiva per l'Europa, del resto, era già stata formulata da più di un anno dai tecnici militari americani; e non v'è dubbio che essa ha contribuito, con l'apparente corrività di Washington a cercare un accordo con la Russia senza tenere co11to delle esigenze degli europei, ad a-limentare i dubbi e i sospetti francesi e tedeschi, e_d ha, per così dire, aiutato De Gaulle a formulare la sua dottrina della necessità di una « farce de frappe » nazionale. È evidente, 1 infatti, che la nuova dottrina strategica riserba agli europei un ruolo sussidiario nella loro difesa, conservando a Washington il privilegio dell'ultima decisione. Ma onestà vuole che si dica cl1e francesi e tedeschi hanno anche altre ragio11i per opporsi alla nuova strategia difensiva europea, oltre qÙelle, che si sono già illustrate, dei timori dei circoli di Parigi e di Bonn sull'effettiva credibilità di un intervento nucleare americano che scatenerebbe la rappresaglia atomica sugli Stati Uniti. È un fatto che i francesi, liquidata la guerra d'Algeria, non solo desidera~stire più danaro di quanto non ne abbiano investito finora nella costituzione della « force de frappe », ma intendono anche diminuire in assoluto il loro bilancio della difesa. Ed è un fatto che i tedeschi avversano la prospettiva di una guerra combattuta con armi convenzionali non solo percl1é essa si svolgerebbe sul loro territorio nazionale, con le conseguenze che si immaginano facilmente o perché l'ipotesi stessa di una guerra così combattuta indebolirebbe la credibilità del deterrente americano; ma anche perché anch'essi considerano tutt'altro che favorevolmente la prospettiva di ulteriori impegni finanziari per la difesa. È inutile dilungarsi qui sulle considerazioni che si sono fatte sull'impossibilità di difendere l'Europa da un attacco sovietico, con le sole armi convenzionali (le famose duecentocinquanta divisioni russe contro le venticinque della Nato); o sulle obiezioni che sono state mosse a questa teoria (la nuova strategia prevede un rafforzamento dell'esercito della Nato; i russi non potrebbero impegnare più di novanta-cento divisioni sul fronte occidentale; l'esperienza dimostra che la difesa può essere condotta vittoriosamente anche con un rapporto di 1 a 3 o 1 a 4 con l'aggressore); o ancora sulle osservazioni che pure sono state avanzate a proposito di tali obiezioni (non basterebbe un semplice rafforzamento dell'esercito della Nato, ma sarebbe necessario un grosso potenziamento del medesimo; la guerra 18 Bibliotecaginobianco
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