• Vittorio de Caprariis ad Ann Arbor dal segretario americano alla difesa, Mc Namara. La prima era che la prospettiva dell'olocausto nu'.c°Ie~a~r~e:--"r~su""1t"'g~e""''fliil'i-,i ai.sostituire alla famosa strategia del deterrente la strategia della « contro~ forza». Questa, in verità, non era che un approfondimento del concetto .che i teorici della guerra nucleare avevano già formulato da qualche ; tempo: che, cioè, il problema decisivo dell'apparato nucleare di una 1 potenza decisa a non sferrare il primo colpo era quello di conservare t anco·ra tanta forza residua, dopo il tentativo nemico di distruggere le sue basi atomiche, da scoraggiare anche quel primo attacco. Qùesto , concetto è stato riformulato adesso in modo· più completo: la forza residua al primo attacco dovrebbe essere capace di distruggere, a sua volta, le basi nemiche, e non soltanto, o 110n tanto, di costituire una poderosa arma di rappresaglia; e soprattutto la complessiva potenza nucleare occidentale dovrebbe essere distribuita in modo che la capacità di attacco dell'aggressore funzionasse, a sua volta, come forza e non . come deterrente, dovrebbe essere, cioè, distribuita in modo tale che il primo colpo vibrato dagli avversari, e mirante a distruggere le basi occidentali, non infliggesse anche gravissime perdite umane. Purtroppo, la strategia della « controforza » è destinata a restare un proposito, non solo perché esige una costosissima redislocazione di tutte le basi 'di armamento nucleare dell'Occidente, ma anche perché è fo,ndata sul presupposto di una direzione unica di tutta la capacità nucleare dell'Occidente medesimo. Inglesi e francesi, insomma, dovrebbero accettare la direzione suprema degli Stati Ur1iti pei loro propri armamenti atomici, fissarne le basi secondo le direttive americane e stabilirne gli obiettivi secondo le stesse direttive. Ma Londra e Parigi non hanno esitato un istante a respingere ogni idea di controllo totale americano sui loro armamenti nucleari. E se la prontezza di questo rifiuto da parte dei francesi non ha stupito affatto, l'analogo rifiuto inglese ha prodotto non poca meraviglia. Lippmann, negli articoli che si sono ricordati, aveva affermato che gli inglesi stavano prendendo coscienza del fatto che la loro forza nucleare si avviava ad essere superata: « i britannici si sono ·già ritirati dalla gara missilistica a causa del suo costo veramente proibitivo, e san110 che quando anche i bombardieri saranno superati, cioè prima che siano trascorsi dieci anni, la Gran Bretagna avrà cessato di essere una potenza 11ucleare ». Queste parole volevano essere, nell'economia del discorso del grande giornalista americano, un ammonimento ai francesi; ma è evidente che quella coscienza di cui parlava Lippmann non è ancora matura: gli inglesi vogliono restare padroni delle loro armi atomiche per i pochi anni in cui queste avranno ancora qualche 'valore! Forse gli americani non 16 Bibliotecaginobianco
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