Nord e Sud - anno IX - n. 33 - settembre 1962

Difesa dell'Europa ed europeis1no l'Unione Sovietica, ma ognuno e tutti assieme capaci di aumentare l'instabilità politica, questo pericolo è troppo evidente perché vi sia bisogno di illustrarlo ancora una volta in questa sede. Da ultimo, non si può fare a meno di rilevare che da un punto· di vista militare la soluzione gollista non sembra fornire neppure essa una garanzia di sicurezza assoluta, o, per dir meglio, è anch'essa fondata su una scommessa sull'intelligenza politica di Washington. È più che legittimo chiedersi, infatti, perché quei medesimi dirigenti americani che esiterebbero ad intervenire in caso di attacco russo all'Europa, dovrebbero, poi, mettere da parte ogni esitazione, quando la Francia avesse impiegato la sua famosa « farce de frappe ». Se il ragionamento strategico americano è fondato sull'assunzione che la perdita dell'Europa occidentale è un colpo decisivo all'equilibrio di potenza nel mondo, e quindi minaccia in mo1do vitale la posizione degli Stati Uniti, Washington interverrà fin dal principio; se, invece, quest'assunzione non vi fosse, non si vede perché Washington dovrebbe intervenire dopo. Per ragioni umanitarie? Per solidarietà democratica? Ma questi sono motivi che valgono anche prima dell'intervento della « force de frappe » francese: e se i dirigenti americani non ne avessero tenuto conto prima di tale intervento, non si vede perché dovrebbero tenerne conto dopo. Anzi l'ostinazione della Francia a far da sola, a crearsi una posizione che le consenta di forzare la decisione americana, potrebbe avere come risultato di rafforzare proprio le posizioni di quei gruppi che, negli · Stati Uniti, hanno sostenuto ed ancora sostengono la tesi che l'impegno americano in Europa è sproporzionato al valore strategico e politico _del vecchio continente, o degli altri gruppi che hanno sostenuto e. sostengono la necessità di un accordo diretto russo-americano: potrebbe, insomma, creare, negli Stati Uniti, un'atmosfera politica e psicologica di disinteresse verso l'Europa, di disimpegno dagli affari europei. E non abbiamo certo bisogno di sottolineare qui come un simile mutamento nell'atteggiamento americano sarebbe disastroso per noi: in questo caso veramente l'Europa diverrebbe vulnerabilissima e le mancherebbe ogni potere di reazione consistente. Dal punto di vista politico, poi, il tipo di costruzione euro·peistica che De Gaulle vorrebbe condurre a termine suscita le maggiori perplessità e i più gravi dubbi. Lippmann ha scritto che a suo giudizio « l'idea di un'Europa franco-tedesca dominata dalla Francia è un'illusione ottica, che sparirà coi due venerabili personaggi che le hanno dato vita », perché essa è contraria agli « interessi vitali, politici, economici e militari della Repubblica Federale Tedesca »: questi interessi, infatti, sarebbero legati « all'esistenza di una larghissima associazione, 13 ' Bibliotecaginobianco

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