• Vittorio de Caprariis siana: e la sola incongruenza è che De Gaulle non si sia fatto addirittura sostenitore di istituzioni fec;Ierali europee, per sfruttare a vantaggio del suo piano il patrimonio europeistico accumulatosi in tutti questi. anni. Qui evidentemente le radicate convinzioni dell'uomo si sono mo- .. strate più forti di ogni realismo politico. Questa incongruenza appare in tutta la sua gravità quando si rifletta che lo stesso ragionamento che i dirigenti francesi fanno nei confronti degli Stati Uniti, vale per la Francia stessa da parte di tutti i suoi partners europei. In effetti, appare più che legittima la domanda su ciò che potrebbe indurre la Francia ad utilizzare il meccanismo politico-militare che renderebbe necessario l'intervento americano. Le frontiere della Francia sono sul Reno, o sull'Elba, e a Berlino e nell'Adriatico, e dovunque possa verificarsi un attacco sovietico? La risposta è evidentemente assai dubbia: noi sappiamo, ad esempio, che gli americani, sia pure al tempo del loro monopolio atomico, non esitaro,no a difendere Berlino. Chi e che cosa garantisce che i francesi farebbero altrettanto domani? Se Parigi avesse proposto delle istituzioni politiche federali, e dunque un governo europeo, non vi potrebbero essere perplessità sulla risposta a questa domanda; ma allo stato dei fatti ogni dubbio sembra legittimo. Forse Parigi ha preso impegni espliciti e formali con Bonn nel se11so di considerare alla stregua di un attacco al suo territorio ogni aggressione al territorio della Repubblica Federale Tedesca. Ma, anche ammesso ciò, non si vede perché, innanzi ad un disegno ispirato al più asciutto realismo politico ed alla volontà di potenza, l'Italia o il Belgio o l'Olanda dovrebbero scommettere sull'intelligenza politica di Parigi più volentieri e con più sicurezza di quanto non scommettano oggi sull'intelligenza politica di Washington. Ad essere rigorosi, dunque, anche l'Italia e il Belgio e l'Olanda e il J-Jussemburgo (per limitarci ai paesi del MEC) dovrebbero costituire in proprio un meccanismo politico-militare del tipo di quello che la Francia ha costruito o sta costruendo, per essere veramente certi che la decisione suprema si prenda non a Parigi, ma a Ro111a, a Bruxelles, all'Aia e a Lussemburgo. Questa deduzione logica dalla premessa del ragioname11to francese mostra due cose: innanzi tutto che Parigi 110n può pretendere la solidarietà politica dei suoi partners europei quando offre ad essi meno potenza degli Stati Uniti e nessuna garanzia supplementare (ed è evidente che in questo caso la sola garanzia seria sarebbe quella di una struttura federale europea). E in secondo luogo che, portato all'estremo, il ragionamento di Parigi diventa assurdo: il pericolo politico (per non parlare della sperpero economico) che deriverebbe dall'esistenza in Europa di tanti deterrenti in miniatura, ognuno e tutti assieme 'incapaci di ferire mortalmente 12 Bibliotecaginobianco
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