Nord e Sud - anno IX - n. 33 - settembre 1962

Cronaca Libraria come sistema di sentimenti che si chiariscono, si formano e si in trecciano; e che per ciò stesso richiedono un sistema di trattamento di natura alogica, basato su un metodo ben preciso oltre che sulla buona educazione, sul tatto, sulla cortesia, sul fascino personale, sulla intelligenza e sulla diplomazia di chi se ne occupa. Questo metodo, se è individuato dal R. con parole ormai familiari ed affatto illuminanti, (si tratta infatti della 'intervista' che sfocerà più oltre in ' controllo ') presenta tuttavia sotto un'etichetta consueta, un contenuto per gran parte nuovo o per lo meno inapplicato. Perché l'intervista come è intesa dal R., è un incontro su piano umano tra supervisore e subordinato che insinua un che di democratico e paritario fino nelle estreme cellule della organizzazione aziendale e ne immerge le interazioni e le concatenazioni in un sistema connettivo capace finalmente da annullare certe distanzè apertesi via via fra i vari soggetti di un complesso industriale. L'osservazione della vita aziendale ci porta a constatare che è ben diffusa l'errata opinione secondo cui i problemi umani di una sana ed efficiente associazione nel lavoro sono automaticamente risolti dal momento in cui si riescano ad eliminare i problemi economici. Ora il R. nega l'assolutezza di questa interdipendenza fra efficienza economica e sana collaborazione. È vero che « il complesso industriale ha una organizzazione sociale che non può essere trattata indipendentemente dai problemi tecnici dell'organizzazione e.. conomica »; però è anche vero che « un'organizzazione industriale è qualcosa di più di una pluralità di individui che agiscono tenendo conto solamente dei propri interessi economici». Giunto a queste conclusionf l'Autore prende le mosse per quella che va considerata la parte più interessante del suo lavoro, non già per i corollari che ricava dalle conclusioni raggiunte, Bibliotecaginobianco in gran parte resi ovvi dal ventennio trascorso e divenuti ormai patrimonio risaputo delle nostre nozioni di sociologia industriale; quanto per il metodo con cui sono trattati i capitoli con cui si cerca di salvare la collaborazione e porne il recupero su una base sistematica. Infatti, l'Autore evita ogni astrazione e preferisce avanzare le proprie ipotesi trattando ' casi singoli ', con una veduta che già all'inizio abbiamo definito ' esistenziale '. Si salva così non solo la vivacità della forma, ma anche la validità del contenuto che diventa una vera guida pratica del modo di recuperare la sfera del sentimento che finora ogni azienda ha visto minacciata dalle sproporzionate cure serbate all'efficienza. Il lettore è accompagnato per mano attraverso una riscoperta del valore primitivo di troppe parole e troppi assioni ormai consuma ti dall'uso. Poi, fornito di tale recuperato bagaglio, egli è introdotto nell'azienda e vi fa conoscenza con quanti vi collaborano, tenendo costantemente presente che ciascuno di essi è un uomo, cioè qualcosa di diverso da tutto il resto della natura e qualcosa di strettamente unitario in cui una ignota legge di coesione interna rende necessaria una visione totale e sintetica che non distingua nello stesso soggetto ora il dipendente dell'azienda, ora il partecipe di una propria vita familiare privata. I risultati di questo incontro con la vita aziendale, segnano anche i limi ti del pensiero di R. Il problema della cooperazione nell'azienda resta ancora da risolvere proprio perché ciascuno di essi ha una tangente ' umana ' contingente e mutevole, che lo sottrae ad ogni soluzione pianificata e ridotta a sistema. Però il lettore si ritrova arricchito di una consapevolezza nuova di tale ' umanità ', padrone perciò di uno strumento validissimo per affrontare il problema sul terreno effettuale. Ciò che lascia perplessi è il tentativo di pianificare e ridurre a sistema la 127

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