Nord e Sud - anno IX - n. 33 - settembre 1962

Dalla terza pagina al supplemento letterario a cavallo: è invece un paese confusamente « cresciuto », reso incredulo e affascinato dal « miracolo » di cui è protagonista, pieno di tumultuosi entusiasmi per il mondo moderno appena scoperto. Gli stim9li culturali ai quali esso è sottoposto fanno tutt'uno con questa scoperta. Il neo-capitalismo,, l'« etica dei consumi » e l'industria culturale sono aspetti concatenati di una realtà contemporanea che evidentemente non è soltanto italiana, ma che assume un senso diverso per chi ne osserva gli influssi su un paese privo, com'è il nostro, di solide, preesistenti tradizioni. Chi lamentava l'assenza in Italia di una cultura nazional-popolare e si dava da fare per colmare il ritardo, fiducioso nelle prospettive rivoluzionarie che ne sarebbero seguite, è stato còlto di sorpresa dall'entrata in opera di una serie di di~positivi culturali di massa che invitano a rivedere, se non a considerare superati, tutti i termini sui quali si fondava la loro azione. Quella che si diffonde co11 la celerità e l'energia dell'industria che la produce è infatti (ci si passi l'espressione) una cultura cosmopolitico-borghese paga di se stessa, e perciò priva di ogni spinta « rivoluzionaria ». Ma anche molti di coloro che, da posizioni liberal-progressiste, avevano sollevato a lungo le loro proteste intellettuali contro la lentezza con cui l'Italia si congiungeva al mondo moderno - cioè al capitalismo occidentale nelle sue forme più evolute - sono stati presi di contropiede, e ora si attardano volentieri a stigmatizzare la carica di « alienazione » cl1e il mondo moderno . , reca 1n se. Ci sembra sia questo il cli1na nel quale il giornale quotidiano è stato indotto ad uscire dal suo guscio di aulica arretratezza, e sta rivedendo i vari elementi del proprio messaggio culturale. Uno dei sintomi tipici di questa evoluzione è costituito dal fatto che oggi in Italia non esistono unicamente quotidiani d'opinione mancati (cioè giornali che, da qualunque angolo di provincia e a qualsiasi. livello d'artigianato, assumano pose di autorevolezza e di ufficialità degne del Corriere della sera o del Times), come qualche anno fa; si è fatta invece strada l'esi· genza di procedere ad una volontaria distinzione di «genere» e di intenzione tra un tipo di giornale e l'altro. Alcuni organi della sera - s'è visto - hanno offerto la dimostrazione che giornale popolare non è sinonimo di giornale scadente. Qualche altro quotidiano ha testimoniato, all'inverso, che il porre l'accento· su un messaggio d'opinione non costringe necessariamente ad atteggiamenti togati e austeri. I giornali si trovano oggi nella necessità di misurarsi con un pubblico già largamente raggiunto da nozioni e suggestioni di cultura. L'innesto di una dose sempre più forte di argomenti culturali tra le attività del « tempo libero » va fatto risalire in buona parte alla televisione; ad 121 Bibliotecaginobianco

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