Dalla terza pagina al supplemento letterario l'Europeo), ecc. Evidenti suggestioni post-ermetiche non mancano neppure nell'autoritaria prosa sportiva di Gianni Brera sul Giorno. Ci sono poi le « colonnine », i pout-pourris, le vetrine, i condensati di elzeviri: da rotocalchi come Il Mondo e L'Espresso a quotidiani come Il Giorno o Il Corriere d'informazione. Colpiscono, infine, i tentativi di piegare al tono e alla misura della « moralità» in punta di penna qualche autorevole cultore di scienze storiche o filosofiche (pensiamo a Jemolo sulla Stampa o a Calogero sul Mondo). I pericoli e i limiti connessi a questo genere neo-elzeviristico sono, da un lato, le forzature operate sulla realtà per trarne motivo di chiose moraleg .. gianti, l'autobiografismo, la fatale tendenza - più viva in alcuni, più sfumata in altri - a pontificare. Dall'altro lato (e ci riferiamo ai casi non molto frequenti di professori-giornalisti dall'attività più o meno stabile, non di semplice intervento su chiamata) può verificarsi l'eventualità che lo scrittore assuma un tono predicatorio sminuendo nell'aneddotica un magistero ben diversamente accreditato in altre sedi, oppure che egli, per amore di discorsività giornalistica, finisca per diventare un consulente di belle maniere morali o intellettuali, un « segretario pensante ». Ma, tutto sommato, vale la pena di correrli questi rischi, sia perché iri quello che abbiamo definito il genere neo-elzeviristico confluisce parte della migliore intelligenza italiana, sia perché, nelle sue funzioni attuali e nelle forme più aperte e sfumate che va assumendo, la letteratura disturba sempre meno, ma può essere anzi un elemento di varietà, di richiamo. L'importante è che essa non si nutra soltanto di se stessa, che non si rifugi tutta nella terza pagina, che non ne sia più il centro psicologico. In realtà, le crescenti possibilità di utilizzazione offerte ai letterati e agli intellettuali in genere dall'industria culturale cominciano a tenere lontani dalla collaborazione ai giornali quanti non intendono adulterare nell'attualità e nella facilità il loro prodotto; e consentono, d'altro canto, ai collaboratori di terza pagina di smaltire altrove una parte della loro carica creativa, e di non riversarla inesplosa sul pubblico dei quotidiani (come avveniva un tempo). Le pretese dei direttori, che esortano allo stile comunicativo, hanno così maggiore probabilità di venire accolte. Quando la presenza della narrativa, della critica letteraria, dell'articolo storico o erudito assume un carattere sporadico, essa può rientrare nel quadro dell'informazione intesa come un servizio globale offerto al lettore. Inoltre, di fronte a certi tipi di scrittori - vuoi che la loro personalità sia già venuta a mat11razione da tempo e risulti ormai immodificabile, vuoi che essi si esprimano in uno stile preciso a loro connaturato - è anche bene 109 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==