• Nello Ajello possono essere liberati dal gergo, disciolti in un discorso meno direttamente impegnato sul piano delle alchimie propagandistiche, più concretamente divulgativo. Una esposizione giornalistica veramente moderna deve COJ?.tenere - per le sue stesse esigenze tecniche - una sua dose di anticonformismo, i11 quanto non può essere sommaria e reticente oltre un certo limite. Questo è il motivo per cui le terze pagine « nuovo stile » sono a volte deliberatamente sottratte ad una sorveglianza troppo stretta, e non sempre riflettono l'esatta linea politica del giornale. In un autorevole quotidiano centrista, un fondo di prima pagina 11el quale si manifestasse anche una larvata simpatia per Fanfani costituirebbe, ad esempio, un precedente impegnativo, una presa di posizione inquietante: in « terza », un'opinio11e analoga può emergere in maniera naturale - e, agli occhi dell'autocensura, abbastanza innocua - dal tentativo di spiegare una situazione politica attraverso i suoi protagonisti. A volte si ha addirittura il sentore che la collocazione in terza pagina di un articolo venga decisa in vista di una sdrammatizzazio·ne, se non di un rifiuto di responsabilità, da parte dei dirigenti politici del giornale, rispetto ai giudizi che esso contiene; quasi a ribadire, a titolo cautelativo, che, mentre in pri1na pagina scrivo-no i politici, gente informata e po11derata, in terza scrivono i letterati, le cui « impressioni » saranno magari brillanti e piacevoli, ma non fanno testo. Così può spiegarsi l'esistenza di certe zone franche all'interno di quotidiani fin troppo togati, abbotto11ati e conformisti. Comunque lo si giudichi, il fenomeno Montanelli sulla « terza» del Corriere può fornire di ciò uri esempio. Sarà, d'accordo, una libertà « concordata », ammessa in seguito ad un'attenta considerazione dei pro e dei contra, e un anticonformismo che conosce varie reticenze ed astuzie (ne è stata prova, tra l'altro, la recente serie di articoli di Montanelli su Mattei e l'ENI). Ma è sempre stimolante, per l'ignaro lettore, intravedere in u11a pagina la co11trofigura ufficiosa di ciò che in un'altra pagina è stato ufficialmente predicato come Vangelo, e carpire, sia pure saltuariamente, dissonanze, insubordinazioni, scetticismo rispetto ai rigorosi sillogismi di cui sono ricchi gli edito-riali politici. Tanto più che l'articolo alla Montanelli, per la stessa imprevedibilità dei suoi giudizi, ha sul lettore medio un potere di convinzione e di « ricordo » molto superiore a quello di un editoriale stile Corriere della sera. Il primo è un servizio professionale offerto al pubblico, il secondo una rituale conferma di lealtà verso gli ispiratori politici. Gli esempi - anche senza presentarsi con qyesta nettezza di contorni - potrebbero moltiplicarsi. In' tutti i giornali di buon livello, la 106 I I \ Bibliotecaginobianco
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