Dalla terza pagina al supplemento letterario occhio al Presidente del Consiglio (quale eve11tuale lettore) e con l'altro al finanziatore del giornale (quale eventuale censore). Nello stile del corrispondente da Roma, la differenza tra la notizia e il commento appare spesso difficilmente rilevabile. Quello che si dà per scontato è una conoscenza approfondita del linguaggio politico da parte del lettore comune. Se ci si limitasse poi a considerare il grado di astrazione concettuale, la preziosità stilistica, il gusto dell'aneddoto erudito di cui sono intessuti certi editoriali di scuola missiroliana, si potrebbe dire che una aliquota di prosa d'arte sopravvive, nascostamente, nelle ambizioni di taluni direttori responsabili. Ma se le formule missiroliane appaiono in decadenza, l'avanzata di un certo tecnicismo ermetico è innegabile 5 • • Di ciò la terza pagina, com'è oggi nei giornali migliori, può essere addirittura un correttivo: la sua i11tercomunicabilità col resto del giornale trova la propria manifestazione più positiva appunto in questa direzione. Restituita in buona misura ai giornalisti, essa non ha attualmente alcun criterio formale cui obbedire, né - almeno fino a un certo punto - dei co,ntenuti obbligati. Differisce dalle altre soprattutto per una convenzione che vuole sia essa la parte più scritta del giornale. Ma appunto perciò, avendo limitato (o, in una certa misura, isolato) lo spazio da consacrare alla letteratura come fatto tecnico per intenditori 6 essa è quella in cui certi argomenti etico-politici in senso lato s Ci sembra opportuno rimandare il lettore, per quanto riguarda questo tema, ad alcune considerazioni espresse da Geno Pampaloni sulla rivista Itinerari, n. 47-48, marzo-aprile 1961. 6 In alcuni quotidiani che hanno conservata la terza pagina nella sua impostazione più o meno tradizionale, il fatto di riservarla per un giorno alla settimana, . in maniera esclusiva, a temi letterari ha sortito l'effetto, non tanto di attenuare la presenza degli stessi argomenti negli altri giorni, quanto di spogliarli del tono astruso e « professionale» che ad essi era proprio fino ad ieri. È il caso della Gazzetta del Popolo, che il giovedì consacra la « terza » al « diorama letterario » a cura di Lorenzo Gigli, e la domenica al racconto. Dal suo canto La· Stampa dedica ogni mercoledì alle « cronache dei libri» un'intera pagina, non in sostituzione della « terza », ma in aggiunta ad essa: le recensioni e i dibattiti che vi si allineano rappresentano un materiale «specializzato» che viene raggruppato periodicamente per maggiore comodità dei suoi utenti, come d'altra parte lo stesso giornale fa con altri argomenti, come la medicina pratica, la motoristica, ecc. L'importante è che tra i due settori - terza pagina, dedicata all'attualità e pagina settimanale specia· lizzata su temi di cultura - venga istituito uno scambio continuo, a tutto vantaggio della vitalità e della completezza del giornale. In un quotidiano di partito come L'Unità, la «cultura» (con le sue sottorubriche di «letteratura», « storia, politica, ideologia», « scienza e tecnica», « scuola », ecc.) viene infine ospitata, dal maggio scorso, in una pagina a sé (in genere la sesta o la ottava), mentre la terza è ormai sormontata ufficialmente dalla dicitura « attualità» e reca in genere pezzi di cronaca di particolare rilievo, articoli polemici, inchieste economico-sociali. È verosimile attendersi che la formula di queste pagine cui turali « speciali - che peraltro denunciano ancora il loro carattere sperimentale - vada sempre più generalizzandosi nel prossimo futuro. 105 Bibliotecaginobianco
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