Dalla terza pagina al supplemento letterario lizzato per settori, ma coinvolge tutte le rinomanze già accreditate o appena nascenti, in tL1tti i campi: dallo· spettacolo allo sport, dalla letteratura alla mondanità, dalla politica al « mondo del lavoro ». Non esiste più l'attualità letteraria, ma l'attualità tout court, di cui quella letteraria è una parte. Si va perdendo, e non è gran male, il gusto della rivistina letteraria umile e stinta, nata in provincia, sL1lle cui paginett~ si formano i letterati prima di fare il gran passo verso la metropoli, e di cui dopo vent'anni gli ex-redattori, « arrivati », potranno tessere rugiadose lodi. Qualcuna, che sopravvive, non fa neppure tenerezza. Oppure, già sostanzialmente accreditata, è finanziata da una casa editrice, da una fondazione o da u11 partito, alterna temi di letteratura ad argomenti di politica, economia e vita sociale: non è un'esperienza nobile e oscura, sa di essere un vivaio potenziale per la classe dirigente. Tra le riviste maggiori, quelle di pura letteratura sono sempre in minor numero. E d'altra parte, l'informazione letteraria come servizio sociale viene già svolta ampiamente in sedi di molto maggiore risonanza - rotocalco, televisione - e spesso anche in termini dignitosi ed esaurienti. Il gusto della letteratura come categoria a sé - con i suoi rapimenti, le sue illuminazioni, i suoi stupori - si è andato disperdendo. Si pratica e si preferisce una letteratura « integrata » ed attenta ai· fatti sociali: al di sotto di quasi tutte le sue espressioni si cerca istintivamente (anche senza una chiara predeterminazione di carattere ideologico) una realtà o una condizione documentabili, di cui l'artista ha impersonato un momento, u11 aspetto, un'eco trasognata o sublimata, ma non del tutto astratta e irrico11oscibile. L'assenza del vate non preoccupa più nessuno, appartiene a una desueta mitologia. Le esperienze o le testimonianze « totali » sono difatti lontane e incomparibili con la società industriale, che attrae, logora, compromette. È già tro·ppo che ciascuno, nel migliore dei casi, riesca a comprendere ed esprimere il suo pezzetto d'universo. L'esistenza di un'industria culturale potente e ramificata è una realtà già tradizionale in altri Paesi europei.· Da noi essa si è sviluppata in maniera tanto più repentina ed incredibile, quanto più arretrata era la situazione di partenza. Di questa industria culturale i quotidiani rappresentano ancora, nel complesso, la retroguardia, appesantiti - come sono - dalle esigenze della propaganda politica e, per lo più, deliberatamente insensibili al successo commerciale. Ma qualche riflesso dei mutamenti in atto comincia a farsi sentire anche in essi. La terza pagina, appunto, è il settore che più ne è apparso influenzato, sia per la contiguità di interessi con i temi fondamentali dell'industria culturale, sia perché. uno svecchiamento dei suoi orientamenti non avrebbe 103 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==