• Vittorio de Caprariis gono oggi all'integrazione europea sono ostacoli di natura squisitamente politica. E su questo punto le valutazioni di Ltithy di due anni or son~, .che parevano allora inoppugnabili, non sembrano più valide oggi: ciò che ostacola l'unificazione politica dell'Europa non è soltanto il vecchio grumo di nazionalismi che ancora alligna sul suolo europeo. Pure mi sembra che, quando si sia riconosciuto questo fatto, non si sia percorsa ancora tutta la strada necessaria, o per lo meno che non la si sia percorsa nella direzione giusta. Ed invece la cosa più importante è proprio che le nostre analisi siano svolte nella direzione giusta. Vi sono molti europeisti, in Italia ed in Europa, ad esempio, i quali sono convinti che il responsabile principale dell'attuale battuta d'arresto del processo di integrazione politica dell'Europa sia il generale De Gaulle, il quale si diletterebbe di inseguire le farfalle della grandeur, trascurando la sola politica realistica che il suo paese ed i suoi partners europei possono fare. E vi sono altri europeisti i quali son persuasi che il cancelliere Adennuer divida equamente con De Gaulle questa responsabilità: il suo improvviso intiepidimento per la causa dell'europeismo e la sua corrività a fare sua propria la politica estera gollista avrebbero fatto risorgere lo spettro della cosiddetta « Europa caroli11gia » ( e la grande parata militare franco-tedesca di qualche mese fa è potuta apparire una prefigurazione di un'Europa cosiffatta), ed avrebbero prodotto il panico in tutti. Certamente, in questi e negli altri simili rilievi che pur si potrebbero fare, v'è qualche parte di vero: ma, in generale, il far risalire a questo o a quell'uomo di stato responsabilità così enormi e gravi (ed anche, giova aggiungerlo), affatto sproporzionate al loro concreto potere di decisione) è un'esercitazione demonologica, è un modo di cedere alla troppo umana tentazione di trovare dei « capri espiatorii » eludendo l'impegno di un più meditato ripensamento cli quello che sta veramente accadendo, anche per evitare la cattiva coscienza per quanto di sbagliato si è fatto in passato. In verità, quello che si sta verificando in Europa è un processo politico troppo complesso, perché ci si possa appagare di spiegazioni semplicistiche come quelle suggerite dalla demonologia. Abbiamo visto, ad esempio, uomini come De Gaulle, i quali erano notoriamente avversi ad ogni forma di integrazione, farsi difensori accaniti del MEC ed ostacolare in ogni modo i tentativi inglesi di entrare a fame parte; e, per converso, abbiamo visto molti di quelli i quali fino ad ieri erano preoccupati dell'adesione inglese al Mercato Comune perché temevano che l'Inghilterra potesse rallentare il ritina dell'integrazione economica e chiudere ogni prospettiva di integrazio,ne politica, farsi promotori intrepidi e risentiti di quell'adesione. Gli Stati Uniti, che erano stati tra i sostenitori più fermi di ogni farina di politica europeistica e che da 8 Bibliotecaginobianco
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