Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

Mirella Galdenzi Protago·nista di Roma, 31 dicembre è Leo Masseri, 40 anni, scrittore di teatro: un uomq che ha attraversato le difficili esperienze della sua generazione. La lotta partigiana, la sua iscrizione al P.C. e il suo successivo abbandono del partito sono esperienze cl1e pesano sulla sua formazione, esperienze a cui occorre dare un senso preciso, per valutare appieno ciò che è diventato: ora, a quarant'anni, guardandosi indietro, vorrebbe capire le ragioni di quell'acuto senso di fallimento che lo ossessiona, per trovare una chiave della sua storia d'uomo e d'intellettuale. Accanto a lui c'è la figlia Isabella, la nuova generazione, che riassume i problemi di oggi, con cui occorre aprire un dialogo, per capire cosa è stato fatto, che cosa bisogna cancellare del recentissimo passato. Un ruolo egualmente importante giocano nel racconto i personaggi della moglie e della madre, che, attraverso differenti sfumature, s'identificano con un principio matriarcale, persistente nella nostra civiltà, che condiziona comunque i comportamenti e le responsabilità dell'individuo. Isabella, la moglie e la madre rappresentano, altrettante scelte e da queste scelte precise il protagonista ha una possibilità di evasione, una zingara, Amore secondo, che incarna una mitica pienezza di rapporti umani, il ritorno ad una naturalità di esistere perduta e rimpianta. Sullo sfondo Roma, i pigri àiscorsi davanti a Doney, la fauna intellettuale, allegoricamente imbestiata, i salotti della Roma per bene, la Roma politica, la Roma capitalistica, il mondo delle borgate e della piccola borghesia: una città dal volto inquietante in éui classi sociali e forme di vita diversissime coesistono senza fratture in un'immobilità apparente. L'alba del 31 dicembre è per Masseri l'inizio di un'istruttoria, aperta a suo carico: i giudici non hanno volto o forse uno solo, quello della figlia. Il suo compito è ricostruire le ragioni del suo fallimento, del suo non aver saputo trovare un valore risolutivo: deve insomma fare il bilancio della sua esistenza. Questa faticosa ricostruzione interna è tessuta d'incontri, di osservazioni di costume, di fatti di cronaca, che, nel respiro di una sola giornata, diventano altrettanti capi d'accusa, legati come sono, nella loro apparente occasionalità, a dei comportamenti tipici dell'uomo, vaghe allegorie, in definitiva, di situazioni e di circostanze che hanno condizionato il protagonista e che avrebbero condizionato le esperienze della sua generazione. E così l'esame di coscienza di Masseri viene a coincidere con quello di coloro che nel '40 avevano vent'anni e che avevano allora aderito alle scelte politiche e morali del momento, con la fede e l'entusiasmo di chi intendeva cambiare il volto e le strutture di una società e che, vent'anni dopo, si trovano in discussione nei confronti delle scelte compiute, con la sensazione di aver fallito e di aver pagato col tragico peso dell'irresolutezza e dell'irresponsabilità le generose illusioni di un tempo. Onofri affronta una materia così complessa e problematica cercando di astrarre dai fatti, da una sua siste~azione del costume contemporaneo, delle verità d'ordine generale: questo suo simbolico ultimo giorno dell'anno nasce nel segno di una ricerca, ricerca di analogie, che servano a chiarirgli 88 Bibliotecaginobianco -

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