Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

• Renato Perrone Capano Da diversi anni esiste e funziona egregiamente un Istituto Storico della Resistenza in Toscana, il quale ha anche organizzato nell'anno 1958 un Con- .vegno storico che diede notevoli risultati. Il direttore, Carlo Francovich, vanta la benemerenza di avere lavorato alacremente alla raccolta e alla conservazione dei documenti relativi alla Resistenza della Toscana e soprattutto di Firenze, la quale ultima durò un anno intero. Ora, dopo avere dato numerosi contributi allo studio degli eventi di quel tempo, specialmente nella rivista fiorentina « Il Ponte », Carlo Francovich pubblica una elaborata monografia storica: La Resistenza a Firenze, fra i « Quaderni del ' Ponte' », numero 10, Firenze, « La Nuova Italia,», 1961, pagg. 382, con 57 illustrazioni fuori testo. Una breve, ma incisiva, introduzione di un cittadino di Firenze che fu attivo partecipe di quel Comitato Toscano di Liberazione Nazionale che diresse la lotta clandestina e poi la lotta insurrezionale apre il volume: in essa viene fatto un accenno alla genesi del libro. L'opera si inizia con la narrazione di quello che fu fatto ·in Firenze durante il periodo, di quarantacinque giorni, del governo Badoglio, il quale, secondo la dichiarazione ufficiale che seguì all'annunzio della deposizione di Mussolini, doveva provvedere al « ritorno alla normalità costituzionale». Narra poi l'opera quella che fu e che cosa significò « la restaurazione fascista » dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, la non collaborazione di Firenze con i tedeschi e con i fascisti, la resistenza e la lotta di liberazio,ne, che fu complessa e diventò lotta insurrezionale durata un mese, nelle strade della città, fra i monumenti sacri alla umana civiltà ( « Nulla essi [i fascisti] fecero per salvare la città dalla distruzione», viene detto, con prove documentali, nel capitolo VI, a pagina 231), e conclusa con la vittoria. Firenze si guadagnava la Liberazione, ed acquistava così titolo alla riconoscenza del paese. È anche narrato dal Francovich il caso singolare, che può dirsi unico per tutta l'Italia, della compromissione col fascismo collaborazionistico di un uomo dell'antifascismo, certo Gino Meschiari. L'opera del Francovich é documentata fedelmente sulla attività del fronte clandestino della Resistenza, sull'azione di quel Comitato Toscano di Liberazione Nazionale nel quale i varii partiti (dei sei partiti del Comitato di Liberazione Nazionale di Roma mancava il partito che si denominava Democrazia del Lavoro), realizzarono, in « concordia discors », l'unità di programmi e di condotta che però era frequentemente e non leggermente infranta dalle iniziative non concordate e dai tentativi di accaparramento del Partito Comunista, come é dimostrato nelle pagine 152, 160, 161 e soprattutto nella pagina 228, ove viene riferita una lettera di Carlo Ludovico Ragghianti a Ferruccio Parri, nella quale si parla di una situazione grave per « la volontà del Partito Comunista di monopolizzare l'attività militare». L'opera fornisce una documentazione esauriente sulle atrocità fasciste, sulle rappresaglie in danno di innocenti che i fascisti consumavano, sulle azioni criminose delle varie bande nere, fra le quali si acquistò fama indelebile di ferocia la banda Carità. Le prove date in questo studio storico sulla interminabile serie dei delitti fascisti costituiscono veramente un materiale probatorio imponente, e valgono ad integrare quella documen80 Bibliotecaginobianco

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