Nord e Sud - anno IX - n. 29 - maggio 1962

.. Vittorio de Caprariis gia da presidente, la stragrande maggioranza dell'opinione non ha esitato a schierarsi dietro colui che parlava da presidente senza pensare al .11umero dei voti coi quali era stato eletto. E mi sembra che questa sia u1ì'osservazione che attenua, almeno in parte, la portata dell'altra argomentazione che si fa valere di solito a favore di Kennedy: che, cioè, egli debba fare i conti con un Congresso nel quale il blocco dei conservatori di entrambi i partiti può esercitare un'azione paralizzante su qualsiasi inziativa. Ciò é indubbiamente vero: Roosevelt e Truman si trovarono a dover fro11teggiare difficoltà affatto simili; e perfino Eisenhower dovette, talvolta, fare i conti con il blocco dei conservatori dei due partiti (e Roosevelt ed Eisenhower vincevano le elezioni presidenziali con milioni e milioni di voti di margine e costituiscono un esempio classico di presidenti che hanno fatto eleggere i legislatori trascinandoseli, come usa dire in America, attaccati alle falde della giacca). Ma é anche vero che, quale che ne sia la ragione, Kennedy non ha mai dato l'impressione di voler sfidare il Congresso innanzi all'opinione, di voler usare il prestigio e la forza immensi della Presidenza; e questo é un fatto che non gli ha conciliato la stima nè gli ha procurato il timore dei conservatori delle due Camere. Certo, egli è riuscito ad ottenere più di una volta eccelle11ti risultati aggirando le difficoltà, usando il tatto e la diplomazia i11vece della prova di forza e servendosi di pressioni indirette. Ma v'è un limite alla cautela tattica ed all'astuzia mansueta, che i veri politici conoscono benissimo: nessuno fu più volpinamente dolce e più astutamente arre11devole del Cardinal Mazzarino: ma fu Mazzarino a fare arrestare il prestigioso vincitore di Rocroi, il prinèipe di Condé! Nei suoi rapporti con il Congresso il Presidente Kennedy ha sempre evitate le prove di forza; ma questo non potrà durare a lungo, ed egli dovrà pur battersi un giorno, e clamorosamente, contro il blocco dei conservatori dei due partiti. Il prestigio della funzione presidenziale lo consente; la prudenza politica lo consiglia; il programma l'esige. « Se Kennedy é un intellettuale, é un tipo veramente singolare di intellettuale. La sua mente é più analitica che creatrice, più curiosa e penetrante che ampia e speculativa, più scettica che fiduciosa, più catalizzatrice che originale o immaginativa »: in questo giudizio di J ames Mac Gregor Burns, che si legge in un libro scritto con evidente simpatia per il futuro Presidente, qualcuno potrebbe essere tentato di trovare la chiave dei successi e degli insuccessi del primo anno di Amministrazione democratica. E per chi sia persuaso che l'esercizio del potere, e di un potere come quello del Presidente degli Stati Uniti, esige fan14 BibliotecaginobianGO

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==