Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

RECENSIONI Il pensiero economico del Novecento Bisogna essere grati a Claudio Napoleoni per aver rotto, per la seconda volta nel corso di un anno, la sua ben nota ritrosia a metter penna su carta, e per aver reso in tal modo di pubblica ragione le sue meditazioni, usualmente riservate ad una cerchia ristretta di discepoli e di amici. La prima di queste « rotture di clausura» è stata suscitata dalla pubblicazione del libro di Pietro Sraffa (Napoleoni e Sraffa potrebbero essere accostati se non altro per il culto tenace del silenzio); la seconda avviene ora, con la pubblicazione di queste undici lezioni su Il pensiero economico del '900 (Edizioni RAI, Torino, 1961). Si tratta di conversazioni originariamente tenute per il Terzo Programma della Rai, successivamente rivedute e ampliate sino a formare un volumetto. Concise nello stile, limpide nella stesura, le lezioni di Napoleoni rispettano le esigenze del pubblico radiofonico. Costretto entro limiti angusti, l'autore è obbligato a ricercare l'essenziale di ogni argomento, il nocciolo di ogni dottrina; in questo sforzo di sintesi, Napoleoni mostra però quanto sia estesa e approfondita la sua conoscenza del pensiero economico classico e moderno. Quel che conferisce l'impronta ad un'opera di storia è l'impostazione generale del lavoro; la visione che Napoleoni accoglie del pensiero economico contemporaneo potrà essere condivisa o meno; ma è innegabile che, raffrontato alle tante opere merame~te descrittive comparse in tempi più o meno recenti, il libro di Napoleoni acquista il valore di un autentico contributo originale. Gli economisti del '900 hanno ereditato dai loro predecessori del secolo scorso quel vasto canovaccio a larghe maglie che è la teoria dell'equilibrio economico generale. L'idea-chiave del libro di Napoleoni è che, nel corso di questo secolo, gli economisti non abbiano fatto altro che infittire le trame, rinsaldare le maglie più la~he, completare in più luoghi la tessitura, e talvolta anche soffermarsi acf aggiungere un grazioso ricamo; ma di rado, forse mai, hanno aggiunto alla teoria economica del passato nuove autentiche dimensioni. « Gli _svolgimenti successivi [al 1900], scrive Napoleo11i all'inizio della trattazione, prenderanno la forma di approfondimento o di critiche della teoria dell'equilibrio» (pag. 1); e insiste ulteriormente nel capitolo finale: « la vicenda scientifica che abbiamo esposto nelle pagine precedenti si è svolta (con qualche eccezione di cui diremo) entro l'impostazione data alla ricerca economica dalla teoria dell'equilibrio economico generale di tipo walrasiano, della quale già all'inizio della nostra esposizione si era rilevato il carattere decisivo rispetto a tutta l'evoluzione del pensiero economico posteriore» (pag. 171). Questo ruolo fondamentale assegnato alla teoria walrasiana nello svol88 Bibliotecaginobianco

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