• Antonio Vitiello nire patrimonio comune degli stessi uomini di cultura. Eppure, quando le difficoltà di « acculturazione » di un meridionale a Torino sono paragonabili a quelle che affronta un martinicano a Londra, è bene uscir vittoriosi da censure « unitarie » e dai luoghi comuni sulla universalità della natura dell'uomo; è bene contrapporre ai « metafisici » gli studi di quelle « teste meccaniche » che solo dopo attente osservazioni stendono i loro protocolli. Vale a dire che c'è abbastanza informazione sociologica per indicare al Sud la presenza di una sub-cultura, con caratteri propri, distinta dal più vasto insieme italiano. Uno dei concetti di cui si servono i sociologi è quello di area o regione culturale: un'area comprende gruppi etnici che presentano pit1 o meno marcate analogie sotto il profilo economico e socio-culturale. Applicando· questo concetto all'Europa non è difficile distinguere due aree: quella dell'Europa settentrionale e quella dell'Europa mediterranea. Ad una distinzione del genere si sono rifatti gli studiosi francesi della « Fondazione nazionale di scienze politiche », quando hanno assunto l'ipotesi: « che esistano effettivamente problemi comuni, dal punto di vista delle scienze politiche economiche e sociali, ai diversi paesi situati sulle coste meridionali dell'Europa, i quali. .. furono anticamente focolare di civiltà còmuni » 1 • La distinzione di queste due grandi aree culturali si fonda in non piccola parte sul fatto che l'una comprende paesi econo1nicamente sviluppati e l'altra tipiche zone di sottosviluppo. Un posto a sé spetta in questo contesto all'Italia dove una sola unità politica comprende regioni « mediterranee » ed altre « europee ». L'Italia costituisce quindi un ponte tra le due aree, dove il contatto fra due livelli di civilizzazione, fra due diverse culture, sembra fornire allo studio una materia privilegiata . . Assumiarr10 come « punto zero » del problema l'unificazione italiana, quando, per il non piccolo scarto differenziale che li separava dal Nord, i meridionali subirono una sorta di choc coloniale. I primi contatti fra il Nord e il Sud si realizzarono infatti in un clima di dominazione politica ed economica e si stabilì un rapporto di dominazionesubordinazione, che si doveva evolvere col tempo in forme paternalistiche ancora attuali. Il processo di acculturazione, in breve, non iniziò in clima di libertà e di rispetto reciproco. Esistevano barriere culturali evidenti ma furo110 tranquillamente ignorate. L'estensione del sistema amministrativo e giuridico piemontese a tutto il territorio, poiché non c'era tempo di studiare comparativamente gli alti sistemi, la lotta al « brigantaggio », l'occupazione militare dei primi anni, l'utilizzazione delle risorse economiche hanno le caratteristiche strutturali della situazione 1 JAN MEYRIAT in: La Calabria, a cura di J. M., Milano, 1961, p. 9. 76 Bibliotecaginobianco i
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