Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Leo Valiani Partito d'azione, verso i quali venivano rigettati, per le inabilità tattiche · cli chi aveva la posizione di centro (voglio dire di centro congressuale) anche i socialisti liberali, e La Malfa, Salvatorelli, De Ruggiero, Omodeo minacciarono di andarsene, io mi alzai e dissi, state attenti, il partito d'azione vive, se in esso c'é, oltre la posizione del socialismo liberale, anche la posizione liberal-democratica. Perché così si é costituito il Partito d'azione. Noi di sinistra rivoluzionaria siamo venuti dall'estero; io sono sbarcato a Salerno nel 1943 con Garosci, la guerra l'abbiamo combattuta dalla parte delle democrazie occidentali, ed era con noi anche Emilio Lussu; a Londra anche lui pensava allora che dovessimo combattere al fianco delle democrazie occidentali che oggi - parlo del 1962 - considera talmente reazionarie. Il Partito d'azione in Italia, si era formato sulle posizioni di La Malfa e dei liberali-socialisti, cioé su una posizione prevalentemente amendoliana, dell'Unione democratica nazi~ nale d'Amendola, alla quale La Malfa da giovanissimo aveva aderito; la uscita sua e dei suoi colleghi uccideva il partito. Lo dissi in Congresso, lo dissi, lo urlai dopo la loro uscita ancora nell'ultima seduta congressuale. Al primo comitato centrale del Partito d'azione, dopo la fuoruscita di La Malfa e di Parri, dissi, guardate il partito muore. Ma no, mi risposero, vedrai andremo alla Costituente, saremo eletti deputati ecc. ci siamo andati, persino io sono stato eletto deputato, ma ciò non ha valso a salvare il partito. Avemmo nove deputati, ma il nostro partito moriva. Quando la componente spirituale e storica centrale di un partito viene meno, quel partito muore o degenera. Così accade sempre, quindi di questo tenete conto, e tenetene conto proprio perché ve lo dico io che come non provenivo dalle posizioni di Amendola nel Partito d'azione, non provengo neanche dalle posizioni della sinistra liberale nel Partito Radicale quindi ve ne faccio la diagnosi con l'obiettività del medico di campagna o anche del medico cosmopolita che ha girato il mondo. Ripeto: buona volontà, concordia, ma soprattutto avere un fine politico comune perché anche la concordia é vana se stiamo solo insie~e a discutere di dettagli organizzativi, a farci rimproveri, giustificatissimi naturalmente, per le difficoltà in cui versa organizzativamente il partito o se discutiamo di teoria o di ideologia o di casi personali. Dobbiamo avere un fine politico comune e l'abbiamo; noi vogliamo che questo centro-sinistra - io l'interpreto così - si trasformi in una reale svolta a' sinistra. Io non credo che nessun radicale abbia mai voluto il centro-sinistra come una spartizione di posti. Nenni può parlare di quell'offerta di mezzadria fatta da De Gasperi, che é tornata d'attualità adesso, per noi essa non esiste, queste sono tutte o furberie personali oppure illusioni e Nenni per primo si accorgerà che saranno tutte illusorie le spartizioni di posti che pos72 Bibliotecaginobianco

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