Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Leo Valiani cise di intervenire in Ungheria, vi mandò esattamente· tanti carri arn1ati quanti erano necessari per vincere. Significa questo che io voglia proporvi una politica di oltranzismo atlantico? Neanche per sogno; io vi propongo una politica di forte critica ad ogni velleità o volontà di oltran-· zismo atlantico. Criticheremo gli americani per l'impresa di Cuba finchè saranno ostili alla rivoluzione di Cuba; criticheremo gli americani per ogni altro errore, per esempio per il loro rifiuto di seguire gli inglesi nel riconoscimento della Cina comunista oppure e sopratutto per il loro accordo militare con la Spagna fascista di Franco, li criticheremo finché quel regime fascista non sarà stato abbattuto. Però se voi domandate oggi ad uno spagnolo da chi può partire l'abbattimento del regime cl1e opprime il suo paese, vi risponderà che solo da un movimento dell'opinione pubblica nelle den1ocrazie occidentali, dall'eventualità cl1e ci sia di nuovo un Amery che si alzi e dica al partito laburista: parlate per l'Inghilterra o per l'America o, vogliamo sperare, un giorno, anche l'Italia, perché contribuiscano all'affrancamento del popolo spagnolo. Non c'è un solo democratico spagnolo, io credo neanche un comunista spagnolo, che pensi che la liberazione della Spagna possa venire invece da un'estensione della sfera di influenza del blocco sovietico in direzione della Spagna, poiché si sa benissimo che questo avrebbe tutt'altro risultato e cioé renderebbe tutti i governi occidentali solidali, sventuratamente, con quello franchista. Quindi é in seno all'alleanza atlantica che si combatte oggi la battaglia per la democrazia nei paesi occidentali. E questo i partiti della sinistra italiana o lo capiranno o perderanno la loro attuale battaglia come l'hanno persa nel '21 e nel '47. Pietro Nenni, al quale nessuno può negare una grande dose di senso politico, l'ha capito perfettamente; egli ha fatto in questi sei anni esattamente l'evoluzione che noi speravamo che facesse; in buona parte anche in politica estera, malgrado le resistenze che trova nel suo partito, e se volete malgrado quel tanto di provincialismo che c'è nella sua psicologia, che gli viene dall'esser stato sostenitore della non adesione a nessun blocco militare da quando - dopo le delusioni del suo interventismo del 1915 - egli é entrato nel Partito Socialista, ossia dal 1921 al 1961, per quaranta anni di fila. Nella stessa seconda guerra mondiale egli si sentiva alleato dell'Unione Sovietica, ma non delle democrazie occidentali, di cui noi invece ci sentiamo alleati dal '39 pur avendone criticato anche allora le tendenze retrive. Questo crea delle remore a Nenni, remore che però noi non dobbiamo avere, perché lungi dal rafforzarlo lo indeboliremmo. Se noi gli diciamo, fai bene a coltivare le tue esitazioni, gli rendiamo un buon servigio o gli rendiamo un cattivo servigio? Io dico che gli rendiamo un pessimo servigio. Noi gli dobbiamo dire: apprezziamo l'evolu62 Bibliotecaginobianco \

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