Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Note della Redazione Roma, Napoli, Bari e Foggia: quattro città dove le posizioni della destra sono ancora forti e la Democrazia cristiana ha ceduto troppo spesso alle pressioni dei gruppi di potere locali che nelle alleanze a destra, esplicite, o realizzate sottobanco, hanno trovato lo strumento per conservare i propr~ privilegi. Le ambivalenze della condotta della Democrazia cristiana nel Mezzogiorno, dove le organizzazioni locali del partito contraddicevano spesso la linea fissata in campo nazionale, sono troppo note per richiamarle qui ancora una volta; ma va ricordato che se le a1nministrazioni di molti grandi comuni meridionali non si sono potute formare, per cui si è dovuto ancora una volta ricorrere alle gestioni con1missariali, ciò è accaduto perché la Democrazia Cristiana, adducendo ufficialmente motivi di necessità ma in verità cedendo alle pretese della sua ala conservatrice che ha proprio nel Sud i suoi principali punti di forza, non ha mai con1battuto le destre come sarebbe stato necessario, anzi ha se1npre coltivato il disegno di utilizzarle per il governo degli enti locali. I risultati sono noti; e sono risultati negativi, sotto ogni aspetto: negativi per lo stesso partito di maggioranza, che si è trovato nella impossibilità di « on1ogeneizzare » alla linea nazionale la condotta degli organi locali e delle rappresentanze elette anche quando ciò era possibile, quando cioè si potevano formare nei consigli comun.ali coalizioni di centro-sinistra; negative per il Mezzogiorno, che ha continuato a subire l'onta e il danno di giunte don1inate o condizionate dagli epigoni del borbonismo o dagli esponenti dell'affarisn10 più smaccato. « Il Mondo »,· in un taccuino, ha ricordato recentemente che cosa hanno rappresentato nella storia politica italiana degli ulti1ni quindici anni le amministrazioni comunali di Napoli e di Roma: a Napoli è nato e si è arroccato il [aurismo, Roma è stata la culla dell'« operazione Sturzo ». Nella capitale si è lasciato libero il campo all'affarismo, nel capoluogo campano si è lasciato _prosperare un focolaio di infezione sovversiva che costituisce una minaccia permanente per le istituzioni e un ostacolo gravissimo per il progresso della città e del Mezzogiorno. In ciò il partito di maggioranza ha una parte dì responsabilità non lieve; e su questa rivista l'abbiamo rilevato più volte, anche in occasione delle «amministrative» ultime, del novembre 1960, allorché fu facile constatare come per i democristiani napoletani un'alleanza post-elettorale con Lauro, in consiglio comunale, rientrasse nel novero delle cose possibili. La campagna elettorale del novembre 1960 fu erroneamente in1postata, a Napoli e nel Mezzogiorno, da parte della Democrazia ·cristiana. Questa non ritenne di affrontare decisamente le destre, sin dalle prime battute della polemica elettorale, sin dal momento della formazione delle liste, perché I rimase vittima di un errore di valutazione: credette, cioè, che fosse possibile catturare voti a destra, o quanto meno impedire una fuga di voti in quella direzione, presentandosi in veste moderata e di potenziale alleata dei laurini per il governo di Napoli e di altri importanti capoluoghi meridionali. L'equivoco non risultò fruttuoso per il partito di maggioranza. Oggi, un simile errore non dovrebbe essere più possibile, perché c'è stato, nel frat38 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==