Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Recensioni quasi fosse un programma , il proprio dilettantismo », e, « sensibilissimi all'ironia, al falsetto, al pastiche, colti ed eleganti, amano procedere per via di allusioni e contaminazioni culturali». Tra i primi, ovviamente, e tra i più rappresentativi della tendenza, è Carlo Cassola, che proprio in questi giorni ha venduto la centomillesima copia di Un cuore arido (Torino, Einaudi, 1961, pp. 312), superando così in brevo tempo il successo dell'altro suo romanzo, La ragazza di Bube, col quale vinse nel 1960 il premio Strega. Successo meritato, anche questa volta, e sul quale converrebbe soffermarsi meno superficialmente di quanto non sia stato fatto prima: perché se è vero, come taluni giustamente affermano, che le cause della fiducia che il pubblico oggi dimostra nella letteratura e che trova nelle cifre delle vendite una prima ed inoppugnabile conferma sono facilmente individuabili in una maggiore e più generale disponibilità economica e nelle nuove possibilità di penetrazione del libro offerte dalle moderne forme di diffusione della cultura, affidata alla pubblicità televisiva, cinematografica, giornalistica, è ancl1e vero che non tutti gli scrittori oggi beneficiano in eguale misura di un simile fenomeno. Bisognerebbe spiegarsi, ad esempio, come mai le preferenze del pubblico vadano a certi autori e a certe opere; come mai l'interesse del lettore sia maggiore per le opere degli scrittori sopra menzionati, tutti tra i quaranta e i cinquanta anni di età. Una risposta, forse, potrebbe venirci da un esame approfondito di certa n_arrativa degli ultimi anni considerata come movimento, più che da quello delle singole opere in sè più o meno valide; e sarebbe indubbiamente una risposta interessante. Un tale esame converrà pur fare, prima o poi. Ma qui, per ora, vogliamo soffermarci su Cassala, non senza avvertire che in sede di valutazione critica della sua opera il successo di pubblico che egli incontra è significativo e non va sottovalutato. È noto che Cassala, dopo una breve attività pubblicistica, si ritirò a Grosseto, dove vive ancora oggi, e insegna e scrive. Questi pochi dati della sua biografia aiutano a capire la personalità dello scrittore. Mentre i « costruttori » dell' école du regard negano che possa esistere una oggettività al di fuori del soggetto che la· apprende (per essi « l'unico personaggio che conti, è l'autore»), il Cassola mira a soddisfare l'esigenza di concretezza e di verità del realismo, ed afferma decisamente la possibilità di individuare una realtà oggettiva. Uomo schivo, alieno da ogni forma di esibizionismo oggi di moda, persuaso che uno scrittore le proprie ragioni narrative debba farle valere con le opere e non con le poetiche (l'ha affermato egli stesso, con esemplare chiarezza, nel saggio intitolato « I veleni critici » pubblicato nel numero 5 della rivista napoletana « Le ragioni narrative »), ritrova se stesso nel tirocino artistico. L'ultimo suo romanzo è una ulteriore conferma di un tale atteggiamento: in Un cuore arido l'autonomia del personaggio si pone e si afferma in un quadro di bisogni semplici ed universali, l'eroe scompare ed il furore del klimax romantico è affatto svilito. Vi si ritrova, inoltre, una maturità maggiore, una padronanza dei mezzi espressivi più completa che non in Rosa Gagliardi o ne Le amiche; si capisce subito che 109 Bibli · tecaginobianco

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