Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Piero Craveri - Anna Grappone · l11 questo volume le contraddizioni si palesano proprio sul terreno dell'interpretazione storiografica, ma senza essere richieste al fine di un arricchimento problematico, od essere orientate verso soluzioni più organiche. E se a questo corso si vuol dare una coesione, essa, come ho già accennato, poggia sull'impostazione del tipo di Alatri accompagnata com'è da numerosi altri contributi. La forzatura consiste nell'aver cercato la coesione in una formula uni• taria che congela una efficace articolazione di temi; il valore dell'iniziativa nel suo complesso risulta così molto compromessa, e in essa vanno considerati piuttosto singoli contributi, per il loro indubbio interesse e valore documentario. Non escludo la permanente attualità di questo richiamo unitario dinnanzi ad una minaccia autoritaria e fascista alle istituzioni democratiche; ma simili estreme condizioni, se pure vanno tenute presenti, debbono considerarsi di emergenza e al di fuori di una prospettiva di normale sviluppo democratico. Così ritengo che un tema come quello del fascismo vada messo in relazione con il presente e analizzato uscendo dai limiti di un improprio schema politico. Solo così la partecipazione di « storici marxisti » acquisterà una dimensione positiva nel confronto con diverse ed opposte tesi storiografiche. Se il problema è quello di far conoscere lo spirito e il significato dell'esperienza antifascista alle più giovani generazioni e di farlo penetrare nel vivo delle istituzioni statuali vincendone l'inergia e l'abulia reazionaria, la via migliore da seguire è quella di considerarla qual'essa è realmente, parte costitutiva ed incancellabile del nostro patrimonio civile, e che non ha bisogno di alcun culto agiografico, ma piuttosto dell'approfondimento e dello sviluppo dei suoi motivi ispiratori. PIERO CRA VERI Le donne di Cassola Il ritorno all'uomo, « senza dritto nè rovescio... il quale non può aspettare - come scrive Onofri - soluzioni storiche alla propria vita » e deve farsi posto in qualche modo nella -intricata « Foresta Vergine» per trovare a se stesso ragioni di vita, è una costante rilevabile - pur in termini di diversa fantasia ed ispirazione - negli ultimi libri di Bassani, La Capria, Arpino, Onofri, Calvino. Se non si temesse l'equivoco, si potrebbe parlare, a proposito della nostra più recente e valida narrativa, di una tendenza più o meno consapevole a un realismo di tipo umanistico, proprio in virtù della comune ispirazione di cui sopra si diceva; e si potrebbero opporre gli scrittori impegnati in tal senso a ~< certi giovanissimi che - ha scritto Pietro Citati sul « Giorno » - arrivano alla letteratura senza più propositi politici o profonde preoccupazioni ideologiche... ostentano con molta civetteria, 108 Bibliotecaginobianco

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