Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Le Regioni del vecchio calcolo dell'Einaudi, secondo cui le Regioni verrebbero a costare la cifra esorbitante di 500 miliardi all'anno."Secondo i calcoli della Commissione Tupini, al contrario, il costo delle Regioni viene determinato in 220 miliardi, di cui 113 di spese trasferite e 57 per le spese d'ordinamento degli uffici e degli enti amministrativi locali. In questo calcolo non sono comprese, come ha fatto recentemente rilevare Vincenzo Mazzei, le riduzioni di spesa che potrebbero derivare da una abolizione delle. Prefetture o, quanto meno, da un ridimensionamento organico di esse conseguente al passaggio alla Regione di talune fondamentali competenze prefettizie. In conclusione, si ha ragione di ritenere che non esistano ragioni finanziarie che rendano inattuabile la creazione delle Regioni a statuto normale. Senza dubbio le Regioni faranno spendere di più, poiché nessuna di esse, come ha detto Mario Missiroli, vorrà rinunciare a quelle opere di sviluppo e di miglioramento che rispondono ad esigenze vecchie e nuove. Ma appunto questo, di far spendere più e meglio in ordine alle esigenze di sviluppo generale e locale, è .uno dei compiti delle Regioni. 3. Obiezione << politica ». Si riassume in una frase dell'on. Mario Scelba: « L'Italia ~a Piacenza alle porte di Roma sarà governata prat~camente dal PCI e lo Stato non avrà alcun potere ». Si risponde: i poteri della Regione sono delimitati e precisati dalla Costituzione in modo tale che la loro esplicazione non possa pregiudicare in alcun modo l'efficace esercizio dei poteri dello Stato, quale che sia il colore politico della Giunta Regionale. I· poteri legislativi della Regione, in altre parole, s_ono costituzionalmente circoscritti, per materia e per ampiezza, in maniera tale da non poter in alcun caso rappresentare un pericolo per il potere dello Stato. La Regione a sta-- tuta normale, in altre parole ancora, non « governerà ». niente; ma amministrerà alcune poche, precise e limitate materie nei limiti tracciati dalla Costjtuzione e sotto l'egida della Corte Costituzionale. Tutto ciò in linea pratica. Ma l'obiezione « politica » non è accettabile, in primo -luogo, proprio nella sua stessa · linea di principio. Citiamo ancora Vincenzo Mazzei: « L'argomento del pericolo comunista è assolutamente inaccettabile. Seguendo un ragionamento del genere, si può giungere dritti alla conclusione che debba essere abolito il Parlamento se si corre il rischio di una maggioran·za non gradita; che per decidere, ad esempio, se creare o no una nuova provi11cia, si debba aver riguardo alle forze politiche dominanti nella zona interessata; e così via. La Costituzione prevede l'ordinamentq regionale. 9 Bibliotecaginobianco - ✓

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