Nord e Sud - anno IX - n. 28 - aprile 1962

Recensioni alla patria» per la guerra d'Abissi11ia. Non ci soffermeremmo su questo episodio se non fosse già stato oggetto di malintesi, alcuni a11ni or sono, da parte del Salvemini. Né Croce in quella occasione ragionò « come gli inglesi: giusto o non giusto, è per la mia patria », né si sentì portato _a seguire l'esempio delle « povere vecchierelle » e delle « povere donnette » come dice l'Alfieri; ma una considerazione più semplice lo mosse a quell'atto di restituzione parendogli meschino trattenere, sotto pretesto· di voler disporre a proprio piacere di ciò che è stato donato, quell'« oro patrio» che il Senato in tempi migliori gli aveva dato). Le « testimonianze », anche se spesso ricche di valore evocativo e documentario, volte come sono a puntualizzare « esclusivamente episodi della lotta antifascista », non portano all'interno della struttura delle « lezioni» qt1ello stimolo critico e quell'arricchimento di prospettive che pur avrebbero potuto portare. Di notevole interesse ad esempio è la testimonianza di Togliatti sul governo di Salerno. Non a caso, sembra, la posizione comunista in quel1' occasione, relativamente al problen1a istituzionale della monarchia, viene da Togliatti contrapposta e distinta pole1nicamente da quella di Benedetto Croce, cosa che può apparire alqua11to superflua dal momento che nessuno ha mai sospettato che una coincidenza di posizioni sulla risoluzione di . partecipare al governo di Salerno implicasse anche un atteggiamento istituzionale comune di Benedetto Croce con i comunisti. Questa contrapposizione rivela poi il suo reale carattere di artificio giustificativo quando si nota che non vengono nemmeno presi in considerazione il dibattito· e le polemiche che a seguito dell'ingresso di Togliatti nel governo di Salerno lacerarono il Comitato di Liberazione, e il significato· che ebbe allora l'atteggiamento di intransigenza del Partito d'azione, nel tentativo di evitare i veri termini di confronto delle tesi comuniste. Giorgio Vaccarino nella «lezione>) che precede questa testimonianza adon1bra invece la questione quando accenna che « rimase per qualch.e tempo languente uno strascico di amarezze e di polemiche, sollevate specialmente dal Partito d'azione, che vedeva irre-- parabil1nente compromessa l'autonomia rivoluzionaria del Comitato di Liberazione, e giudicava aperta la via alle concessioni e agli arrangiamenti con le invecchiate strutture della società prefascista ». E sarebbe stato certamente opportuno approfondire maggiormente· i termini di questa polemica, dal momento che in essa sono già impliciti molti temi del dibattito che in seguito si svilupperà nello schieramento antifascista sul problema dei rapporti tra forze democratiche e forze conservatrici, e su quello relativo alla continuità e alla trasformazione delle vecchie strutture della nostra società. E non ben giustificata del resto sembra l'impostazione generale del corso che evita di affrontare tutti i temi relativi alla formazione delle nostre presenti strutture costituzionali, i problemi politici a queste legati e il contributo arrecato da ogni parte dello schieramento antifascista. Manca così, a differenza che nelle « lezioni » romane, lo stimolo più concreto ad un approfondimento delle vicende narrate. 107 Bibliotecaginobianco

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