Marco Cesarini Sforza interesse squisitamente politico, vale a dire come un problema la cui soluzione può interessare soltanto chi ha una· concezione e una posizione politicamente attiva, mentre appare lontano, astratto e irrilevante alla gran massa passiva dell'elettorato. Per di più, l'ideale regionalistico. sembra, in questi ultimi tempi, aver perduto terre~o anche presso l'ambiente dei suoi iniziali assertori. È facile incontrare, oggi, un certo . numero di buoni democratici che si dichiarano ancora regionalisti per principio o per tendenza ideale; ma che in concreto, davanti alle cattive prove che il regionalismo ·pratico avrebbe fin qui fornite, si mostrano dubbiosi, se non contrari, alla continuazione dell'esperimento. Ed occorre riconoscere che è, questo, un atteggiamento suggestivo, come ogni scelta che si presenti maggiormel)te basata sull'esperienza pratica che sull'ideologia preconcetta e quasi imposta al soggetto, inizialmente riluttante nella sua fedeltà all'idea, dalla forza stessa delle cose. Allo stesso modo, sono di due tipi (si potrebbe dire « di principio » e « di esperienza ») le obiezioni e i motivi di pole1nica anti-;regionalistica fin qui messi innanzi. Vediamo anzitutto le obiezioni di principio. ... 1. Obiezione « risorgin1entale ». Le Regioni sono l'anti-risorgimento, la negazione, la sconfessione e il tradimento degli ideali che resero possibile l'unificazione nazionale. Esse, infatti, sono volute principalmente dai cattolici e dai marxisti, cioè da _quelle forze politiche la cui collusione nel centro-sinistra starebbe a minacciare la fine dello Stato italiano quale, laico e liberale, sarebbe uscito dal Risorgimento, come esse entrambe sono, storicamente, forze .anti-laiche, anti-liberali e antirisorgimentali. Si può obiettare che, a parte l'evidente forzatura anacronistica delle attuali posizioni cattoliche e socialiste verso lo Stato laico e liberale, se~bra, per la verità, che tutto ciò che di nuovo e di positivo è stato fatto in Italia negli ultimi quindici anni abbia un significato apertamente anti-risorgimentale, sia stato cioè compiuto in direzione della revisione dell'eredità risorgimentale. Stiamo vivendo i tempi accelerati d'un anti-risorgimento collettivo, nel senso che il paese sta rinnovandosi positivamente soltanto nella misura in cui gli riesce di ripudiare le soluzioni dei suoi problemi. date dal Risorgimento, per sostituirle con altre di tipo nuovo e opposto a quelle (liberalizzazione degli scambi invece che protezionismo, industrializzazione invece che colonialismo nel Mezzogiorno, regionalismo - da ultimo - invece che accentramento statola trico e burocratico). 2. Obiezione « finanziaria ». Si tratta soltanto d'una rimasticatura 8 Bibliotecaginobianco
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